Cari Colleghi, da anni curo e pubblico ogni giorno sul mio sito www.paolonesta.it la rassegna stampa, notizie di diritto e dottrina, legislative, decisioni giurisdizionali e varie.

E l’impegno continua.......


Cari Colleghi,
alla ripresa della nostra attività professionale riprendo e concludo lo stesso argomento della mia ultima Notizia della settimana.
Quattro anni e mezzo fa si concretizzava e materializzava la mia idea, in gestazione da qualche tempo, di servirmi delle potenzialità del web per venire incontro alle esigenze informative, richieste da numerosi Colleghi al fine di contribuire fattivamente alla loro sentita necessità di informativa professionale.
E nasceva, quindi, il sito web www.paolonesta.it (La centralità dell’avvocato nella giustizia e nella società).
Chi si loda si sbroda e, quindi, non saremo noi ad autocelebrarci per i traguardi raggiunti ma c’è un testimone meccanico ed imparziale in fondo all’home page: il contatore elettronico delle visite e della pagine viste che segna ad oggi. Pagine viste 39.744.472 e 3.850.337 visite.
Solo il conteggio di lettura delle pagine di www.paolonesta.it (La centralità dell’avvocato nella giustizia e nella società) ha conseguito nel 2016 un incremento del +40 % in termini di visite rispetto all’anno 2015. L’aumento sale addirittura al +50% per le pagine visualizzate sempre rispetto all’anno 2015.
In questi quattro anni lo spazio di apprezzamento, che ci siamo conquistati al di là di ogni aspettativa, è pari soltanto allo sforzo compiuto ed all’impegno speso volontariamente e disinteressatamente.
Prima delle vacanze avevo chiesto ai Colleghi Avvocati di partecipare sul mio profilo fw: https://www.facebook.com/paolo.nesta ad un sondaggio per verificare il loro apprezzamento del sito e per richiedere, al fine di migliorarne la qualità, consigli e suggerimenti.
Ebbene sono arrivati numerosi messaggi di plauso ed anche utilissimi suggerimenti tecnici per migliorare la fruizione del sito. Ho risposto con messaggio privato a tutti, ringraziandoli e ho girato al mio webmaster le proposte di intervento tecnico per una verifica della loro fattibilità.
Termino con l’augurio di una buona e proficua ripresa dell’attività forense, specialmente ai Colleghi Giovani che, con dignità operano in un momento di difficoltà palese e concreta, catturati ed affascinati, pur in situazioni di disagio economico, dalla passione per la meravigliosa attività forense e dalla sfida quotidiana che ci impegna TUTTI, moralmente e professionalmente a vincere nelle aule giudiziarie le battaglie a difesa dei diritti violati dei cittadini


Voltiamo pagina
Paolo Nesta

Ma che bella cosa è …un sito che cresce….

 

Prima dell’inizio del periodo feriale, con grande piacere e soddisfazione cari Colleghi Avvocati, Vi comunico che fino ad oggi il sito www.paolonesta.it ,pensato e costruito per il vostro utilizzo,ha raggiunto 3.759.057 visite e 36.780.346 pagine viste, dati certificati da ShinyStat - Real time web analytics and web counter. Questa è senza dubbio una prova tangibile e vera di un risultato particolarmente soddisfacente. Il sito è semplice, lineare, chiaro e molto immediato. Non vuole colpire con effetti speciali, non è infarcito di pubblicità, ma proprio per questo l’attenzione di chi lo guarda è rivolta esclusivamente ai contenuti. Un traguardo frutto di molto lavoro e spirito di sacrificio nella convinzione che il sapere e la conoscenza sono e devono essere patrimonio di tutti. Un successo conseguito con l’impegno costante e quotidiano e con la voglia di offrire, come promesso e mantenuto, un servizio utile a Voi tutti. Un ringraziamento a Voi tutti Colleghi (romani in particolare) che, numeri alla mano, avete dimostrato, visitando e usando il mio sito, di apprezzarne e condividerne i contenuti giuridici, di stampa, giurisprudenza e legislazione. Vorrei   però, a questo punto, prima che andiate in vacanza, fare un sondaggio tra voi su facebook per verificare il vostro apprezzamento del sito e per richiedervi, al fine di migliorarne la qualità, consigli e suggerimenti di cui farò tesoro e che girerò al mio webmaster, durante il periodo feriale, per eventuali modifiche e cambiamenti tecnici finalizzati ad una sua ottimizzazione.

 Nel ringraziarvi Tutti di cuore, auguro a Voi ed alle Vostre famiglie buone vacanze, cordiali saluti

 

Voltiamo pagina

 Paolo Nesta.

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P.S.

Dal 28 luglio 2015 le pubblicazioni sul mio sito www.paolonesta.it saranno sospese per le vacanze estive e riprenderanno lunedì 1° settembre 2016  

NON E' LA STRADA GIUSTA


Nelle scorse settimane mi sono occupato delle elezioni per la nomina dei delegati al prossimo congresso nazionale degli Avvocati, che si terrà a Rimini. In particolare avevo sottolineato la necessità, che in un momento così difficile per gli Avvocati, fossero designati Colleghi, che intendessero proporre con determinazione e chiarezza d' idee le giuste istanze della stragrande maggioranza degli Avvocati italiani, giovani e meno giovani, nell'ambito di un disegno strategico e soprattutto con l’unità d’intenti, che la situazione richiede. Più volte il Ministro della Giustizia ha sottolineato l'esigenza che gli Avvocati esprimano una voce unitaria, che rappresenti la sintesi delle varie componenti, istituzionali e associative, senza che abbiano a prevalere interessi particolari, piuttosto che quelli generali. Ho visto, quindi, con favore la riunione dei delegati eletti, indetta dal Presidente dell’Ordine di Roma per la prossima settimana, al fine di valutare se vi fossero le condizioni per esprimere una posizione unitaria dei delegati romani, così da superare eventuali contrasti d'idee ed eventuali contrapposizioni personali, che certamente non giovano alla nostra causa. Purtroppo, però, le cose non sembrano andare verso la strada giusta, in quanto, ai buoni propositi dichiarati, si contrappongono condotte contraddittorie e non in linea con i propositi manifestati. E' di questi giorni la notizia che al consigliere dell’Ordine Roberto Nicodemi, distaccatosi dall'attuale maggioranza consiliare e che ha conseguito un notevole successo elettorale con la sua lista, è stata immediatamente revocata dal Presidente dell'Ordine la delega di coordinatore dell’Organismo di Mediazione dell’Ordine di Roma e anche quella di coordinatore del progetto locazioni, incarichi ricoperti, ininterrottamente da anni e con merito. Francamente c' è da chiedersi quale sia stata la logica perseguita nell' adottare tali provvedimenti, avuto riguardo alla contestualità delle circostanze verificatesi e alla sequenza temporale delle stesse, ma certamente tali condotte non appaiono in linea con la dichiarata esigenza di unitarietà ' dei delegati romani, che dovrebbe essere scevra da condizionamenti soggettivi e da rivalse, foriere di divisione piuttosto che di unità d'intenti in vista del congresso di Rimini. Insomma non è la strada giusta e non ci piace affatto.


VOLTIAMO PAGINA
PAOLO NESTA

ANDIAMO AVANTI


Giovedì scorso sono terminate le elezioni per la nomina dei delegati dell’Ordine di Roma al congresso, che si terrà a Rimini nel prossimo mese di ottobre. Abbastanza alta è stata l'affluenza dei Colleghi, che si sono recati a votare (circa 5000), nonostante il caldo torrido e la lunga fila da affrontare prima di poter esprimere il voto. Un doveroso plauso, quindi, a coloro che hanno votato, mostrando senso di appartenenza e volontà di partecipazione alle scelte importanti per la categoria. I risultati, come sempre accade, sono stati per taluni soddisfacenti e per altri meno. Ci sono state conferme, peraltro prevedibili, qualche sorpresa in negativo per la drastica e inaspettata riduzione del numero dei delegati e, per altro verso, l'indubbio e rilevante successo della lista, riconducibile a Roberto Nicodemi, che ha avuto il coraggio, unitamente ad altri Colleghi che si sono candidati con lui, di proporsi autonomamente per la realizzazione di un programma, contenente punti e idee assolutamente condivisibili. La mia lista, nella quale ho riportato il maggior numero di voti, oltre alla conferma di Lucilla Anastasio, segretario di Alleanza Forense per la Giustizia-AFG, ha visto raddoppiato il numero dei delegati eletti, rispetto alla volta precedente. Andremo a Rimini nella consapevolezza di dover affrontare un compito molto arduo, avuto riguardo alla disastrosa situazione nella quale versa attualmente l'Avvocatura italiana, ma anche con la necessaria determinazione di voler contribuire, in ogni modo, a invertire la negativa tendenza, auspicabilmente in uno spirito unitario, ricercando e valorizzando i denominatori comuni da portare avanti, piuttosto che assumere posizioni settoriali, sterili e inconcludenti.

VOLTIAMO PAGINA
PAOLO NESTA

VOLTIAMO PAGINA PER UN ' AVVOCATURA AUTOREVOLE E DI VALORE

La scorsa settimana avevo concluso la mia comunicazione settimanale, ripromettendomi di ritornare sull' argomento relativo all' elezione dei Delegati, che rappresenteranno l'Ordine di Roma al Congresso Nazionale, che si terrà a Rimini nel prossimo autunno.

Prima di entrare nell’argomento, però, non posso fare a meno di rivolgere un pensiero commosso ai cittadini italiani, per la maggior parte donne, barbaramente trucidati ieri nel Bangladesh e restati vittime di una orrenda ferocia, mentre si trovavano in quel paese per motivi di lavoro. Essi esprimevano la parte migliore del popolo italiano, la sua vera identità, caratterizzata dalla capacità di imporsi e farsi apprezzare, anche in terre lontane, per l’intelligenza e l'inventiva, non disgiunta dalla laboriosità.

Identità, che dobbiamo salvaguardare, ad ogni costo, non solo a livello nazionale, ma anche per quanto riguarda l’Avvocatura italiana, che vive un momento estremamente difficile e che rischia di scomparire, se sarà posta nelle condizioni, come sta accadendo, di non poter esprimere quell'autonomia e indipendenza, che ne costituisce l'essenza e la ragione della sua esistenza.

Purtroppo, fino ad oggi, dobbiamo dirlo francamente, abbiamo subito in modo passivo il nostro declino, che appare inesorabile, per l’incapacità di coloro che hanno rappresentato la nostra categoria di agire unitariamente e soprattutto di avere e attuare, con la determinazione e la fermezza che la situazione richiede, un'adeguata strategia.

Ciò è accaduto a livello nazionale, ma anche a livello territoriale, e tanto per essere chiari, anche per l’Ordine di Roma. Cinque anni fa, quando si insediò il nuovo Consiglio, completamente rinnovato nei suoi componenti, si erano create grandi aspettative, soprattutto nei giovani, ma non solo, nella convinzione che il Consiglio potesse rappresentare una svolta positiva per l'Avvocatura romana.

Purtroppo, con il trascorrere degli anni, ben cinque di gestione dell’attuale Consiglio senza che fino ad oggi sia stato possibile votare per il rinnovo dello stesso, ci si è resi conto che nulla è cambiato e che le promesse fatte, di poter incidere significativamente nella realtà romana e anche nazionale, non sono state per nulla realizzate.

Anzi vi è stata non solo un’incapacità di incidere significativamente a livello nazionale, e pur sarebbe stato possibile visto che Roma per la sua importanza viene vista come un punto di riferimento, ma anche un’incapacità di realizzare la prospettata inversione di tendenza a livello locale, visto che i problemi esistenti non sono stati risolti, ma anzi si sono accentuati. Altra nota dolente è stata l’incapacità di saper adeguatamente interloquire, con autorevolezza e adeguata visione programmatica, con i vari interlocutori politici, giurisdizionali e della stampa, e i conseguenti risultati fallimentari sono davanti agli occhi di tutti.

Peraltro, ci sarà pure una ragione, aldilà di una continua e inopportuna autoreferenzialità, evidenziata da taluno nel richiedere il consenso elettorale, se ben due consiglieri eletti nella lista, che cinque anni fa, vinse le elezioni al COA di Roma, si sono distaccati, assumendo una posizione autonoma e critica rispetto all' attuale gestione del COA di Roma.

Non è questo, a mio avviso, il modello, ammesso che si possa considerare tale, da " esportare" a livello nazionale, come richiesto dal Presidente dell’Ordine di Roma, a sostegno di una lista che prende il suo nome anche se egli non è candidato.

Ritengo che ci sia necessità di una reale inversione di tendenza, di elaborare una adeguata strategia finora inesistente, attuata da persone autorevoli, coadiuvate da giovani di valore, che abbiano la capacità, nell’ambito di una visione unitaria di tutte le componenti dell’Avvocatura, di rappresentare i reali interessi degli Avvocati.

Il prossimo congresso di Rimini sarà un momento decisivo in tal senso e sarà estremamente importante, per non lasciare campo libero ai soliti gruppi organizzati, andare a votare numerosi alle elezioni, che si terranno a Roma il 5-6-7 luglio dalle ore 8,30 alle ore 14,00, per eleggere delegati in grado di esprimere quella chiarezza d'idee, autorevolezza e determinazione, che l’attuale situazione richiede.

Per quanto mi riguarda, ritengo che tutti i componenti della mia lista abbiano tali requisiti e, ove votati in blocco, potremmo avere un gruppo di delegati, forte e coeso, in grado di incidere significativamente e di portare una ventata di rinnovamento al Congresso di Rimini, cosi da VOLTARE PAGINA anche a livello nazionale.

VOLTIAMO PAGINA

PAOLO NESTA

SI DEVE PUR TENTARE


La volta scorsa, nella consueta " Notizia della Settimana", affermavo" Non vogliamo fare la stessa fine", in riferimento alla strategia, attualmente perseguita, finalizzata a far scomparire la figura dell’Avvocato, intesa come espressione massima di autonomia e indipendenza per l'attuazione effettiva del diritto di difesa delle persone.
Per evitare che tale perverso disegno sia portato a compimento si deve pur tentare di porre in essere adeguate contromisure.
Ritengo che il prossimo Congresso Nazionale degli Avvocati, che si terrà a Rimini nel prossimo autunno, sia l’occasione, forse l'ultima, per porre un argine alla deriva in atto.
So bene che negli ultimi decenni i Congressi Nazionali non hanno sortito alcun effetto positivo per noi Avvocati, proprio in quanto hanno costituito soltanto un'occasione di autoreferenzialità delle varie componenti istituzionali e associative, spesso in contrasto tra di loro, senza che si risolvesse il problema della rappresentanza unitaria dell’Avvocatura, in grado di elaborare un’adeguata strategia e di perseguirla con autorevolezza e determinazione.
Nulla di tutto questo è accaduto e lo sfacelo è davanti agli occhi di noi tutti.
Al Congresso Nazionale, come sappiamo, partecipano i delegati eletti nei vari Ordini e sono proprio loro che possono indirizzare il Congresso in un senso o nell'altro e determinarne l'esito.
Fino ad oggi, dobbiamo ammetterlo, la stragrande maggioranza dei Colleghi, ha snobbato tale tipo di elezione, lasciando così campo libero a coloro che, più strutturati sotto il profilo organizzativo, sono riusciti a coinvolgere un certo numero, sia pure esiguo, di Colleghi a loro riconducibili.
Stavolta, invece, sarà necessario il coinvolgimento di tanti Colleghi, il più ampio possibile, affiche' siano eletti per il prossimo Congresso di Rimini, delegati, giovani e meno giovani, che intendano effettivamente Voltare Pagina, al di fuori delle logiche e degli schemi attuali, rivelatisi inidonei o addirittura controproducenti.
A Roma, l'occasione per Voltare Pagina e per inviare, quali Delegati al Congresso di Rimini, persone che perseguano l’obiettivo di avere un’Avvocatura autorevole e di valore, in grado di proporre e di portare avanti con determinazione strategie concrete e da attuare con adeguati organi rappresentativi, l'avremo alle prossime elezioni, fissate per il 5-6-7 luglio 2016, che si terranno dalle ore 8,30 alle ore 14,00 nell' Aula Avvocati presso la Corte di Cassazione.
Ma di ciò parlerò più dettagliatamente la prossima settimana.


VOLTIAMO PAGINA.

PAOLO NESTA

NON VOGLIAMO FARE LA STESSA FINE

Nella mattinata di ieri, un tranquillo sabato estivo, avendo necessità di acquistare un elettrodomestico, mi sono recato in uno dei negozi più conosciuti del settore, che negli ultimi decenni è stato un punto di riferimento per gli abitanti di Roma, avendo saputo coniugare la qualità dei prodotti venduti con il buon prezzo praticato. Grande è stata la mia sorpresa, non appena sono arrivato, nel leggere sulla vetrina del negozio, a caratteri cubitali " Vendita Fallimentare “, sconto del 50%.

Nell'immediatezza ho pensato che fosse il solito "escamotage “, nella stagione dei saldi, per vendere in maggior quantità i prodotti giacenti in magazzino, e invece mi sono dovuto subito ricredere.

Infatti, dopo aver individuato il prodotto che mi interessava, ho chiesto chiarimenti ad uno dei preposti alla vendita, ed egli mi ha confermato l'esistenza della procedura fallimentare. Grande preoccupazione traspariva dalle sue parole, " E pensare che sedici anni fa quando ho iniziato a lavorare qui ero felicissimo perché' pensavo di essermi assicurato il futuro, e invece…ma il titolare non ce la faceva più è stato stritolato dalla concorrenza dei grandi gruppi e dai centri commerciali...", cosi commentava l'addetto alla vendita.

Dopo essermi allontanato dal negozio, il mio pensiero è andato immediatamente alla situazione, che attualmente stanno vivendo gli Avvocati, in particolare i più giovani, ma non solo.
Pensavo a chi dopo otto- nove anni di studio intenso, riesce finalmente a coronare il sogno di diventare Avvocato, ma non ha sbocchi professionali che gli consentano di mettere a frutto la qualificazione acquisita. Pensavo ai Colleghi di mezza età che all'improvviso si ritrovano a non avere quasi più lavoro, dopo aver svolto dignitosamente negli anni precedenti la professione.

Pensavo alla condizione attuale degli Avvocati caratterizzata da uno stato di difficoltà economica, derivante dalla mancanza di lavoro sufficiente e al senso di frustrazione derivante dal fatto che tale decadimento, che appare inarrestabile, si sta sempre più accentuando, nell' indifferenza generale e nell' incapacità dei nostri organi rappresentativi, nazionali e territoriali, di saper trovare le giuste strategie per porre un argine alla costante deriva.

E' concretamente a rischio di estinzione la figura dell’Avvocato " artigiano “, nel senso più nobile del termine, titolare di studio professionale che, per decenni ha rappresentato la spina dorsale dell’Avvocatura italiana, consentendo a decine di migliaia di Avvocati di avviarsi alla professione.

E' sempre più incombente quello che io ritengo un pericolo, ossia la creazione di grosse strutture, magari legate ai poteri forti, che andranno a monopolizzare la nostra attività professionale, con una folta schiera di Avvocati, inevitabilmente sottomessi ai loro voleri, i quali avranno uno " status”, di fatto di dipendenti, peraltro senza averne le stesse tutele. Il tutto a scapito dell’autonomia e della libertà, che costituiscono l'essenza della professione forense.

Ecco, non vogliamo anche noi diventare prossimamente merce di " vendita fallimentare “, non vogliamo fare la stessa fine degli operatori commerciali, annientati dai poteri forti.

Non è più il tempo delle inconcludenti e sterili politiche autoreferenziali e prive di contenuto.
E ' necessario, anzi indispensabile, avere una strategia lungimirante, portata avanti con passione e dedizione, da persone, che abbiano l’autorevolezza e la chiarezza d' idee, indispensabili per poterla attuare.

VOLTIAMO PAGINA
PAOLO NESTA

L'AVVOCATO E I DOVERI DA RISPETTARE


Il rapporto tra Avvocato e cliente deve essere basato, ovviamente, sulla reciproca fiducia.
Fino a qualche anno fa, nell'ambito del rapporto professionale, vi era una maggiore tolleranza da parte dei clienti nei confronti dell’Avvocato e anche nel caso di inosservanza, magari lieve, di qualche specifico dovere professionale, raramente l'assistito avanzava doglianze, alle quali seguissero azioni nei confronti del professionista.
Da qualche tempo la situazione è mutata e il cliente è sempre meno disposto a tollerare l'eventuale mancato assolvimento dei doveri previsti dal Codice Deontologico Forense.
Al riguardo il Decreto n. 1/2012 (Decreto Cresci Italia) ha previsto anche nella fase anteriore al conferimento del mandato la massima trasparenza nei contratti stipulati dal professionista con il consumatore e conseguentemente il legale deve adempiere in modo esaustivo al dovere d'informazione.
Recentemente la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 7708 del 19 aprile 2016, dopo aver ribadito che l' Avvocato non ha l'obbligo di persuadere il cliente al compimento o meno di un atto e che l'obbligazione informativa dell' Avvocato è un' obbligazione di mezzi e non di risultato, ha statuito che "....incombe all'Avvocato l'onere di dimostrare di aver assolto all'obbligo di diligenza dovuta ai sensi del combinato disposto degli artt. 1176 c.c. comma 2 e 2236 c.c.- sia all'atto del conferimento del mandato , sia nel corso dello svolgimento del rapporto - quanto ai doveri di sollecitazione, dissuasione ed informazione del cliente, essendo il professionista tenuto a rappresentare a quest'ultimo tutte le questioni di fatto e di diritto , comunque insorgenti, ostative al raggiungimento del risultato, o comunque produttive del rischio di effetti dannosi ; di richiedergli gli elementi necessari o utili in suo possesso; di sconsigliarlo dall'intraprendere o proseguire un giudizio dall'esito probabilmente sfavorevole. E' vero di conseguenza , che incombe sul professionista l'onere di fornire la prova della condotta mantenuta, e che al riguardo non è sufficiente il rilascio da parte del cliente delle procure necessarie all'esercizio dello ius postulandi , trattandosi di elemento che non è idoneo a dimostrare l'assolvimento del dovere d'informazione in ordine a tutte le circostanze indispensabili per l'assunzione da parte del cliente di una decisione pienamente consapevole sull’opportunità o meno di iniziare un processo o intervenire in giudizio ".
In definitiva l'Avvocato è tenuto, sia all'atto del conferimento del mandato, sia durante l'espletamento del mandato, a rispettare puntualmente i doveri d'informazione, di sollecitazione e dissuasione del cliente, rappresentando a quest'ultimo le questioni in fatto e in diritto, ostative all'esito positivo del giudizio ed eventualmente produttive di effetti dannosi.
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PAOLO NESTA

ANCORA NON CI SIAMO

Indubbiamente nel corso degli ultimi anni, la condizione della donna in Occidente è notevolmente migliorata e sono stati fatti importanti passi avanti. Al tempo d'oggi, almeno dal punto di vista formale, non esistono più distinzioni tra uomo e donna, tanto che nessuna attività è più preclusa al sesso femminile, diversamente da quanto accadeva in passato.

A tale uguaglianza dal punto di vista formale non corrisponde, però, un'uguaglianza di carattere sostanziale. Mi riferisco alle maggiori difficoltà, che devono affrontare le donne rispetto agli uomini per fare carriera e, inoltre, alle " particolari " attenzioni, che talvolta e loro malgrado subiscono nei posti di lavoro e in altri contesti.

Tali deplorevoli situazioni, più generalizzate di quanto si pensi, a volte degenerano in episodi drammatici, che lasciano veramente sgomenti non solo per la brutale violenza che esprimono, ma anche perché' sono espressione di una aberrante concezione maschilista, orientata a ritenere la donna, comunque sottomessa e in condizioni d' inferiorità rispetto all'uomo.

E' di questi giorni la notizia della povera ragazza, arsa viva e lasciata morire dall'ex fidanzato, nella più totale indifferenza di quest'ultimo, il quale, dopo l'atroce omicidio, era andato tranquillamente al lavoro, come se nulla fosse accaduto. Altra notizia, sempre di questi giorni, è quella relativa al tentativo, posto in essere da un altro " innamorato" deluso, di uccidere la fidanzata mettendo la soda caustica nella bevanda di quest'ultima.

A prescindere dalla sicura esecrabilità di tali episodi, sta di fatto, però, che essi costituiscono la riprova della distorta concezione che talvolta caratterizza il rapporto uomo- donna, con l'uomo che esprime la sua patologica possessività, specialmente nel campo sentimentale, nei confronti della donna, quasi considerandola un oggetto e alla quale non viene riconosciuta alcuna capacita “di autonoma determinazione.

In più occasioni viene riaffermata la parità tra uomo e donna, ma proprio fatti di tal genere, peraltro nemmeno rari, inducono ragionevolmente a ritenere che ancora non ci siamo e che, purtroppo, l’atavica concezione dell’uomo, che pensa di avere la supremazia sulla donna, è dura a morire. Ma il progredire della civiltà e una sempre maggiore sensibilità della collettività sull'uguaglianza uomo- donna, dovrà portare finalmente ad un totale superamento di tale inaccettabile disparità di condizione.

Ed è questo il nostro auspicio.

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PAOLO NESTA

SIAMO A BUON PUNTO

L’ art.2 della Cassa Forense prevede che uno degli scopi dell’Ente è quello di prestare assistenza in favore dei propri iscritti e conseguentemente di agevolare l’avviamento dello studio, la sua organizzazione, la formazione e l’aggiornamento dei legali, nonché il miglioramento delle condizioni personali, familiari e sociali degli stessi.

In tale ambito un importante traguardo da raggiungere, per agevolare l’attività degli Avvocati, è costituito dalla realizzazione di una piattaforma digitale per l’Avvocatura, che peraltro rientra nella strategia per la crescita digitale 2014-2020, attuata dal Governo. A tal fine, la Commissione Informatica della Cassa Forense, coordinata dalla valida Collega Clelia Imperio e della quale sono componente, fin dal suo insediamento ha iniziato ad elaborare un ambizioso progetto, da attuare d’intesa con il Consiglio di Amministrazione della Cassa e con il decisivo contributo del Presidente Nunzio Luciano.

E quello che sembrava un obiettivo quasi irrealizzabile, fra qualche mese potrebbe essere conseguito e diventare realtà. Infatti, il Ministero della Giustizia, a seguito di espressa richiesta della Cassa e fornendo un’interpretazione autentica dell’art. 23, comma VI del D.M. n. 44/2011, ha autorizzato la Cassa Forense alla gestione di un punto di accesso, indispensabile per avviare una propria Piattaforma Digitale Unificata dell’Avvocatura (PDUA).

La PDUA, che sarà accessibile esclusivamente e gratuitamente per tutti gli iscritti alla Cassa Forense, quando entrerà in funzione, forse entro la fine del corrente anno ,consentirà l’accesso all’esistente processo civile telematico, l’integrazione dei processi amministrativo, contabile e tributario, la redazione di atti da depositare telematicamente e relativo invio, di accedere alle varie fonti istituzionali ( Corte Europea di Giustizia, Corte Europea dei Diritti dell’ Uomo, Corte Costituzionale, Corte di Cassazione, CN, Csm, Giustizia Militare , Diritto Canonico), i pagamenti telematici verso le P.A., la fatturazione elettronica, l’accesso alle banche dati giuridiche e banche dati nazionali ).

Dalla operatività della PDUA deriveranno notevoli vantaggi per gli iscritti alla Cassa, e tra questi la riduzione dei costi fissi in conseguenza della centralizzazione dei servizi usati dagli Avvocati, la riduzione del tempo impiegato nell’espletamento degli adempimenti professionali, la possibilità di poter usufruire in modo paritario delle opportunità offerte dalla PDUA, così da consentire a tutti gli Avvocati di svolgere la professione in condizioni di uguaglianza per quanto concerne la giustizia digitale.

Quando il progetto andrà in porto, ma siamo a buon punto, la Cassa Forense, dando attuazione concreta al Welfare attivo per quanto concerne il profilo digitale, avrà reso un servizio importante per migliorare le condizioni di lavoro degli Avvocati, sotto il profilo sia della ottimizzazione dei tempi di lavoro, sia del risparmio in termini economici. E non è poco di questi tempi.

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PAOLO NESTA

LA SCONFITTA
L' uomo per natura tende ad essere competitivo e cerca di prevalere. Tale modo di essere può essere valutato positivamente se legato al miglioramento di se stessi e alla realizzazione personale nel perseguimento degli obiettivi. Il problema si pone, però, quando si cerca, ad ogni costo, di vincere anche ricorrendo a mezzi sleali, pur di non subire una sconfitta, che, invece, può contribuire a rafforzare la propria personalità senza intaccare il valore dell'individuo.
A tal riguardo riporto di seguito le riflessioni di un grande scrittore scomparso, che condivido punto per punto, specialmente nella parte in cui, a volte, è preferibile stare con il perdente piuttosto che con il vincente, anche se, mi rendo conto della difficoltà di far passare un messaggio di questo tipo in un mondo pronto ad osannare sempre e comunque il " vincitore" per meri fini strumentali.
"Penso che sia necessario educare le nuove generazioni al valore della sconfitta. Alla sua gestione. All’umanità che ne scaturisce. A costruire un’identità capace di avvertire una comunanza di destino, dove si può fallire e ricominciare senza che il valore e la dignità ne siano intaccati.
A non divenire uno sgomitatore sociale, a non passare sul corpo degli altri per arrivare primo. In questo mondo di vincitori volgari e disonesti, di prevaricatori falsi e opportunisti, della gente che conta, che occupa il potere, che scippa il presente, figuriamoci il futuro, a tutti i nevrotici del successo, dell'apparire, del diventare.
A questa antropologia del vincente preferisco di gran lunga chi perde.
E' un esercizio che mi riesce bene.
E mi riconcilia con il mio sacro poco.
Pier Paolo Pasolini "
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PAOLO NESTA

Guida in stato di ebrezza e alcoltest


E' di questi giorni la notizia, pubblicata sui quotidiani, di un giovane, che dopo aver investito una ragazza sulle strisce pedonali, evidentemente in preda al panico per aver causato l'incidente essendosi posto alla guida in stato di ebrezza, si è suicidato gettandosi sotto un treno.
Ovviamente mettersi al volante dopo aver bevuto è estremamente pericoloso perché' si mette a repentaglio la vita degli altri, ma, come in questo caso anche la propria, essendo imprevedibili le conseguenze di ordine psicologico che possono derivare dall'aver provocato un incidente in stato di ebrezza.
Come sappiamo la normativa vigente, proprio al fine di limitare il più possibile tale fenomeno, prevede la possibilità per le Forze dell’Ordine di richiedere al conducente di un autoveicolo di sottoporsi all'esame alcolemico per verificare se quest'ultimo abbia superato i limiti consentiti e in caso di rifiuto scatta l'azione penale, di cui al reato previsto dall' art. 186, comma 7, cod.strad.
A tal riguardo è intervenuta recentemente una importante sentenza della Corte di Cassazione a Sezioni Unite Penali, la n. 13682/ 2016, con la quale è stato affermato che la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall'art. 131 bis c.p., può operare anche con riferimento al reato di rifiuto di sottoporsi al test di accertamento del tasso alcolemico, previsto dall'art. 186, comma 7, cod.strad.
In effetti la questione era stata rimessa alla Sezioni Unite della Corte di Cassazione, stante il contrasto il contrasto di giurisprudenza in ordine alla possibilità di dichiarare, nella fattispecie, la non punibilità' ai sensi dell'art.131 bis c.p. per la particolare tenuità del fatto. Al riguardo una sezione della Corte si era pronunciata favorevolmente, mentre di avviso contrario era stata la sezione remittente, atteso che l'illecito de quo, a suo dire, si risolve in una condotta di dissenso che è sempre uguale a se stessa e si configura come un reato istantaneo, rispetto al quale sarebbe impossibile graduare l'offensivita’, secondo quanto previsto dall'art. 131 bis. c.p.
Proprio su questo punto la Corte a Sezioni Unite, dopo aver ritenuto applicabile l’istituto della non punibilità per particolare tenuità del fatto nel giudizio di Cassazione, ha evidenziato che il fatto illecito, ai fini della valutazione della sua gravità, deve essere esaminato sulla base della sua concreta manifestazione e conseguentemente per tutte le tipologie di reato è possibile valutare le modalità della condotta anche ai fini di integrare l’ipotesi del fatto di particolare tenuità.
In altri termini, non sarebbe giusto considerare in modo uniforme la condotta di chi esprime tale rifiuto, essendo diversamente valutabile in termini di gravità la posizione, ad esempio, di chi guida in stato di ebrezza per un breve tratto e in una strada isolata, piuttosto che in un centro abitato e magari in prossimità di una scuola.
Quindi il giudizio sulla minima sussistenza del disvalore non può prescindere dalla valutazione della condotta del soggetto, del danno e di altri elementi di giudizio da soppesare in modo adeguato, con la conseguenza che la sola lesione o significativa messa in pericolo del bene giuridico protetto non è di per se' sufficiente ad escludere il giudizio di marginalità del fatto.


VOLTIAMO PAGINA
PAOLO NESTA

SENZA AVVOCATO PAGHI MENO...ED IL DIRITTO ALLA DIFESA?

E' di questi giorni la notizia che una primaria compagnia assicuratrice, al momento della sottoscrizione delle polizze RC auto, propone ai clienti l'inserimento di clausole, che prevedono sconti sul premio da pagare, peraltro di minima entità, a condizione che l’assicurato, in caso d’incidente, rinunci ad avvalersi della prestazione professionale di un Avvocato.

In particolare la " clausola di conciliazione paritetica " prevede uno sconto del 3,5% sul premio annuo netto per chi sottoscrive la polizza RC auto , alla duplice condizione che l'assicurato non conferisca " a soggetti terzi che operino professionalmente nel campo del patrocinio " ( quindi gli Avvocati ) , l'incarico di tutelare i suoi interessi in reazione al sinistro verificatosi, ed inoltre che ricorra preliminarmente alla procedura di conciliazione paritetica se l'ammontare del danno non supera i 15000,00 euro.

Ma non è tutto. E' previsto anche che nel caso di violazione dell'impegno preso, ossia se l'assicurato si rivolge comunque all'Avvocato per tutelare effettivamente i suoi diritti, la Compagnia applica una penale di 500,00 euro, importo che sarà detratto dalla somma dovuta a titolo di risarcimento.

E' veramente incredibile che una clausola del genere, evidentemente vessatoria ai sensi dell’art. 33, comma 1 e comma 2, lettere F e T e 34, comma 2, del Codice del Consumo in quanto determina un ingiustificato squilibrio nel sinallagma contrattuale, abbia potuto trovare ingresso nell' ambito dei contratti di assicurazione sulla responsabilità civile, obbligatori ex lege.

In attesa che l’Antitrust intervenga adeguatamente e che venga a cessare tale deplorevole situazione, è amaro constatare che non si perde occasione per svilire ancora una volta il ruolo dell'Avvocato, la cui figura non solo viene sempre più marginalizzata ma addirittura ritenuta inutile, anzi pregiudizievole, tanto che il suo intervento professionale deve essere " sanzionato " con una salata penale nei confronti dell'incauto cliente, che abbia avuto l'ardire di rivolgersi a lui.

Ma l’aspetto ancora più inquietante è che i poteri forti continuano imperterriti nella loro strategia di dequalificazione di chi è in grado di contrastare, come gli Avvocati, i loro interessi, quando gli stessi si pongano in contrasto e siano lesivi dei legittimi diritti dei cittadini, che, in definitiva, subiscono il maggior pregiudizio da tali condotte.

Forse sarà il caso, anzi senza forse, che i nostri organi rappresentativi , istituzionali e associativi, facciano sentire , con la tempestività del caso, anche avvalendosi degli strumenti di comunicazione che pur abbiamo a disposizione , la loro voce , ferma e chiara, non soltanto nell'interesse degli Avvocati, ma anche per ribadire l’intangibilità di sacrosanti principi costituzionali , espressione di libertà e democrazia , e tra questi il rispetto assoluto del diritto alla difesa dei cittadini.

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PAOLO NESTA

MA SE POI NON PAGANO....

Come ho già riferito in una precedente comunicazione, il comma 821 della legge 28 dicembre 2015 n.208 (legge di stabilità 2016) ha finalmente riconosciuto ai liberi professionisti la possibilità di accedere ai finanziamenti messi a disposizione dal Fondo Sociale Europeo (FSE) e dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), cosi superando la precedente ingiustificata discriminazione rispetto alle piccole e medie imprese, che invece ne fruivano.

E' stata una battaglia, portata avanti con grande determinazione dalla Cassa Forense, che, con la presidenza di Nunzio Luciano e con il rinnovato Comitato dei Delegati, sta svolgendo un'azione di welfare attivo finalizzata a sostenere gli Avvocati, che stanno vivendo una situazione drammatica dal punto di vista reddituale, specialmente i più giovani (ma non solo) e coloro che esercitano la professione in alcune regioni italiane, economicamente deboli.

In conseguenza dell'entrata in vigore della richiamata normativa, è stato presentato il 21 aprile 2015 dalla Commissione Europea il Piano per i Professionisti, che prevede l’investimento, nell'ambito della programmazione per il periodo 2014/2020, di oltre 100 miliardi di euro per il sostegno ai liberi professionisti in vari settori dell’attività, ad esempio accesso al credito, formazione, cassa integrazione dei dipendenti degli studi etc.

Prossimamente dovrebbero essere pubblicati bandi da alcune regioni italiane per accedere ai fondi stanziati dall' Unione Europea, e tra queste la regione Lazio. Senza dubbio una notizia positiva, confidando, però, che non si verifichi in futuro quanto pubblicato il 27 aprile 2016 sul quotidiano Italia Oggi.

Secondo quanto affermato dalla Cia di Mestre sembrerebbe, infatti, che non sarebbero stati pagati dalle istituzioni italiane ben 9,6 miliardi di fondi europei, stanziati nella programmazione 2007/2013, con il rischio che tali fondi vadano persi. Anche la Regione Lazio, tramite Lazio Innova non avrebbe ancora pagato una parte cospicua dei fondi della suindicata programmazione, tanto che ora si prospetterebbero ulteriori differimenti per i pagamenti alle imprese, fino al prossimo novembre.

Che dire, in un momento di così grave emergenza, ritardi di tal genere non hanno alcuna giustificazione e contribuiscono ad accentuare lo stato di difficoltà degli operatori economici.

Non vorremmo che nel prossimo futuro e nell'ambito della nuova programmazione si ripetesse la stessa storia per i liberi professionisti. A cosa serve prevedere erogazioni in danaro a sostegno di una categoria, se poi non si paga nei tempi dovuti?

Sarà necessario, quindi, che i nostri organismi istituzionali prestino adeguata attenzione per evitare tali ingiustificabili inadempienze, trovandoci ormai in una condizione emergenziale che non consente più agli Avvocati di tollerare condotte superficiali e negligenti.

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PAOLO NESTA

SIAMO ALLE SOLITE


Sono decenni che la Giustizia italiana non funziona in conseguenza della eccessiva durata dei processi civili e penali, tanto da subire le critiche e anche le condanne in sede europea. Sono stati effettuati interventi nel corso degli anni (Giudice di Pace, Giudice monocratico, depenalizzazioni e così via) e, ogni volta, l'intervenuta modifica è stata presentata dai governanti di turno come risolutiva del problema. Purtroppo non è stato cosi, ma era prevedibile, sia perché' tali misure non erano intrinsecamente efficaci, sia perché' era indubbiamente impossibile risolvere un problema di così vasta portata con interventi parziali anziché' con una riforma organica.
Vista l’inutilità delle riforme adottate il nostro lungimirante legislatore ha pensato, allora, con una perspicacia davvero degna di miglior causa, di aumentare a dismisura e irragionevolmente, sia nel settore civile che in quello amministrativo, le spese di giustizia (alias d’ingiustizia), cosi da porre il cittadino medio di fronte al dilemma se tutelare, comunque, i suoi diritti lesi sopportando un onere economico pesante oppure soprassedere, tenendo per se' il conseguente senso di frustrazione e la sfiducia nelle Istituzioni.
Ma evidentemente tutto ciò non era sufficiente e così si è pensato di infierire ulteriormente nei confronti di chi si azzarda, magari non avendo la certezza (ma chi mai ce l’ha) di un risultato positivo del giudizio.
E' di questi giorni la notizia che in un prossimo decreto legge il Governo, oltre ad altre misure, quale ad esempio l’obbligatorietà del rito sommario di cognizione per tutte le cause di competenza del Giudice Unico, ha intenzione di prevedere la condanna d' ufficio, per la parte che agisce o resiste in giudizio con malafede o colpa grave, ad una sanzione pecuniaria compresa tra un minimo di euro 1000,00 e un massimo di euro 10000,00.
E' evidente l'obiettivo perseguito di creare un deterrente all'esperimento delle azioni giudiziarie, visto che non si riesce a risolvere diversamente il problema della lentezza della Giustizia italiana. Prima sono stati aumentati a dismisura i costi per adire i Tribunali e ora, evidentemente non soddisfatti del risultato raggiunto, pensano bene di infierire ulteriormente nei confronti di chi, magari sostenendo una tesi apparentemente ardita ma che poi nel tempo potrebbe creare giurisprudenza, ha la " colpa grave " di aver adito imprudentemente le sedi giudiziarie.
Così facendo, però, si va sempre più a limitare il sacrosanto diritto dei cittadini, costituzionalmente riconosciuto, di veder tutelati i loro diritti lesi ed il tutto avviene nella più totale indifferenza della collettività, forse non consapevole che si va sempre più verso un sistema, che consentirà la tutela giudiziaria soltanto alle persone che vivono in condizioni agiate.
Ma tutto ciò non sta bene a chi, come gli Avvocati, avverte profondamente l’esigenza che tutti abbiano pari diritto di veder tutelati giudizialmente i loro diritti. Sarà opportuno che i nostri organi rappresentativi, a livello nazionale e anche territoriale, facciano sentire, con autorevolezza e fermezza, la loro voce, a tutela di principi inderogabili di civiltà di uno Stato, ossia la possibilità concessa in concreto a tutti di ricorrere al Giudice per tutelare i diritti lesi, senza limitazioni riconducibili alle condizioni economiche dei cittadini.


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PAOLO NESTA

IMPEGNO E CONVINZIONE

L' altra sera, dopo una giornata impegnativa, seduto sul divano ho visto in televisione un incontro di calcio tra una squadra tedesca e una inglese. Competizione importante perché' la vincitrice avrebbe avuto accesso al turno successivo del torneo. Giustamente qualcuno potrebbe osservare che tutto sommato si è trattato di un semplice incontro di calcio, uno dei tanti ai quali possiamo assistere, nulla di particolare, quindi, da osservare.

In linea di massima ciò è vero, eppure le modalità di svolgimento dell'incontro e il contesto nel quale lo stesso si è disputato sono state tali da coinvolgere non poco lo spettatore e da indurlo ad alcune riflessioni. E' accaduto, infatti, che la squadra inglese, che giocava in casa, a circa 20 minuti dal termine della partita, stava perdendo per 3 a 1 e per evitare l’eliminazione avrebbe dovuto segnare 3 goal in quel poco tempo a disposizione. Come ben sanno gli appassionati di calcio, è un’impresa quasi impossibile.

Eppure l'impossibile si è verificato. La squadra inglese, con una determinazione, feroce ma nei limiti della correttezza, e un impegno spasmodico di tutti, che si aiutavano vicendevolmente, e con l'ausilio di un pubblico compatto e straordinario, è riuscita a compiere l’impresa, vincendo la partita proprio all'ultimo minuto per 4 a 3.

Al termine dell'avvincente partita, pensavo che quanto accaduto in ambito sportivo si verifica anche nella vita, ossia si riesce con l'impegno e la convinzione, individuali e collettivi, a raggiungere obiettivi, che possono apparire impossibili da conseguire, superando ostacoli ritenuti insormontabili. Certo, non sempre si riesce a " compiere l'impresa “, nonostante l'impegno e la convinzione, però, è altrettanto vero che il non applicarsi adeguatamente e il non tentare, escludono a priori la possibilità di riuscita.
E, in ogni caso, l’aver fatto tutto il possibile, anche nel caso di esito negativo, contribuisce ad attenuare l’inevitabile amarezza che ne deriva.

Mai darsi per vinti, quindi, mai lasciarsi andare e vivere in una condizione di sterile rassegnazione, perché' tutto cambia e nulla è immutabile e, quindi, anche dalle situazioni più difficili è possibile uscirne, purché' ci sia impegno, perseveranza e convinzione di potercela fare, nonostante tutto.

E poi, lungo la strada, talvolta accade che qualcuno inaspettatamente e improvvisamente ci sostenga e renda più lieve il difficile cammino; in tal caso il nostro animo percepirà che l’umanità è a portata di mano e meno lontana di quanto si pensi in un mondo, spesso percepito ostile e non attento alle esigenze di chi ha bisogno, sia dal punto di vista materiale che spirituale.

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PAOLO NESTA

LE PROCEDURE PER IL RECUPERO DEI CREDITI PROFESSIONALI DEGLI AVVOCATI


Specialmente in questi tempi si va sempre più accentuando il fenomeno del mancato pagamento dei nostri crediti professionali, forse per la indubbia situazione di disagio economico nella quale versano i cittadini, ma anche perché' la credibilità e la dignità, che ci dovrebbero essere riconosciute, sono giunte ormai ai minimi termini e conseguentemente taluni approfittano di tale situazione.
Ovviamente non possiamo subire la condotta di chi risulta inadempiente nel pagamento delle nostre dovute spettanze e, di conseguenza, dobbiamo avvalerci degli strumenti legali, che la legge ci mette a disposizione, per soddisfare i nostri legittimi diritti.
A tal riguardo segnalo la sentenza n. 4002 del 29 febbraio 2016, che ha chiarito quali sono le azioni esperibili per il recupero dei crediti professionali. Le azioni alternativamente esperibili sono tre:
Il procedimento sommario di cognizione ex art. 702 bis cc; il ricorso per decreto ingiuntivo ex art. 633 e segg. cpc; la speciale procedura prevista dagli artt. 28 e segg. legge 13 giugno 1942 n. 794.
Come si vede è esclusa la possibilità di esercitare l'azione ordinaria con atto di citazione e qualora si dovesse intraprendere un'azione ordinaria di tal genere, il Giudice disporrebbe il mutamento del rito in favore di quello sommario. Peraltro anche nell'ipotesi in cui il Giudice, a seguito dell'eventuale opposizione o in relazione alle difese delle parti, ravvisi che non vi sarebbero le condizioni per proseguire con l'istruzione sommaria, anche in tal caso non potrà disporre con ordinanza la prosecuzione del giudizio nelle forme ordinarie e ciò in quanto , nei giudizi di liquidazione dei compensi " ........la tipologia del rito è il frutto di una decisione legislativa senza possibilità di scelte discrezionali della parte o del giudice .....". Decisione presa a seguito di " ...una verifica, astratta e irrevocabile, compiuta a monte dal legislatore sulla base delle caratteristiche riscontrate in alcune specie di controversie che hanno ad oggetto alcune specifiche materie…".
Sotto diverso profilo, va aggiunto con riferimento alle altre due procedure utilizzabili per il recupero dei crediti professionali, che nell' ipotesi di opposizione all' ingiunzione di pagamento o nel caso di contestazione nell' ambito della procedura ex art. 28 legge 794/42, il Tribunale deve necessariamente disporre la prosecuzione del giudizio nelle forme del rito sommario di cognizione e non può dichiarare l’inammissibilità del ricorso.
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PAOLO NESTA

Restyling del sito www.paolonesta.it
Al fine di fornire un servizio sempre adeguato e migliore per i Colleghi Avvocati, ho fatto effettuare a livello tecnico, durante le feste pasquali, un upgrade necessario del motore del sito, per una migliore sicurezza, stabilità e performance. Una delle migliorie del sito è che ora risulta “responsive”, cioè si adatta automaticamente ai dispositivi mobili. Lo scopo è quello di migliorare tutte le funzionalità di aiuto e di documentazione, utili ad un miglior esercizio della professione, conservando nel contempo la loro caratteristica di essere facilmente comprensibili, gratificanti per i Colleghi e semplici da utilizzare senza per questo rinunciare a nulla di essenziale. Nel contempo si è rivisto l’aspetto visuale del sito privilegiando fondamentalmente la forma, lo spazio, i colori, i caratteri, integrando il tutto in un progetto ideativo adeguato al contesto professionale e culturale a cui il sito si rivolge.
Speriamo di aver fatto un utile e gradito lavoro.
Cordiali saluti, Paolo Nesta

Questa settimana non tratto alcun argomento ma intendo augurare una serena
Pasqua a tutti quelli che seguono così affettuosamente e costantemente il sito.
L’augurio è che i momenti di serenità e riflessione costituiscano un dato costante
nella vita di noi tutti, nella consapevolezza che la razionalità, la buona predisposizione d’animo verso il prossimo e una visione, quanto più possibile obiettiva della realtà checi circonda, rendono migliore e danno un senso vero alla vita di ciascuno di noi.

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PAOLO NESTA