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freccia015xANAC SU EQUO COMPENSO, LA PROTESTA DEL COA ROMA
Dura presa di posizione del COA Roma sull'ultima nota dell'Anac in materia di equo compenso. L'Autorità è intervenuta nei giorni scorsi invitando la Cabina di Regia e i Ministri dell’Economia e delle Infrastrutture a predisporre con urgenza un intervento interpretativo o normativo che consenta la corretta e uniforme applicazione della normativa relativa ai contratti pubblici e alla legge n. 49/2023.
Duro il commento del Presidente del COA Roma Paolo Nesta, secondo cui l'indicazione dell'Anac sembra favorire i c.d. committenti forti e va contro la legge sull’equo compenso, che ha invece lo scopo di garantire ai professionisti un corrispettivo equo ed adeguato per la prestazione intellettuale, eseguita nell’ambito di quei rapporti d’opera in cui essi si trovino nella posizione di contraenti deboli. "I rilievi dell’Anac - spiega Nesta- non sono fondati in quanto non sussiste alcuna antinomia in concreto tra la l. 49/2023 e la disciplina dei contratti pubblici, con la conseguenza che la legge sull’equo compenso è applicabile alla materia dei contratti pubblici, come rilevato anche dal TAR Veneto, sex III, con la recente sentenza n. 632 del 3/4/2024".
All’Anac che ha ipotizzato anche la violazione del principio di concorrenza con la l. 49/2023 in quanto sarebbe esclusa la proposizione di offerte al ribasso per i compensi, il Presidente Nesta ribatte che l’esclusione della proposizione di offerte al ribasso, come rilevato del resto dalla citata sentenza del TAR Veneto, lungi dal rappresentare un ostacolo alla concorrenza o alla libertà di circolazione e di stabilimento degli operatori economici, garantisce al contrario una tutela per quest’ultimi, a prescindere dalla loro nazionalità in quanto permetterà loro di conseguire un corrispettivo equo e proporzionato anche da un contraente forte quale è la Pubblica Amministrazione.
Quanto alla pretesa illegittimità, pur evocata dall’ANAC dei regolamenti che fissano importi minimi inderogabili per i professionisti e il richiamo alla causa C 438/2022 della Corte di Giustizia, il Presidente Nesta precisa “ in Italia le tariffe sono adottate con Decreto Ministeriale da un’Autorità pubblica e, quindi, le conclusioni raggiunte nella causa C 438/2022, che valgono per le associazioni private , non possono trovare applicazione nel nostro Paese”.
 

 
 
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