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25.05.2015 - Notizia della settimana
LO SPECCHIETTO . . . . . .
Questa settimana e'stata approvata la legge che ha inasprito le pene per i reati contro la Pubblica Amministrazione e ha ripristinato il reato di falso in bilancio.
Il fine dichiarato della legge e'quello di combattere e reprimere la corruzione ed e ' stato detto ai cittadini che tale legge rendera' l'Italia piu' forte.
I cittadini lo sperano vista la vasta diffusione della corruzione, attuata sia per ottenere piu' velocemente i provvedimenti comunque dovuti dalla Pubblica Amministrazione ,sia per aggirare i divieti legislativi. Ma c'e' da chiedersi se effettivamente tali inasprimenti di pena siano sufficienti per risolvere o, comunque, ridurre gli episodi di corruzione , oppure costituiscano uno strumento politico , da utilizzare anche elettoralmente, al fine di creare l'illusione nei cittadini che si agisce seriamente per eliminare la piaga .
Certamente l'inasprimento delle pene puo'avere un'efficacia deterrente, ma, io credo molto limitata e non sufficiente per estirpare le mala pianta della corruzione. Ma non sarebbe molto piu' efficace al riguardo prevedere il sollecito esercizio dell'azione penale, la rapida conclusione del processo e soprattutto la certezza di dover scontare la pena all'esito di un processo celebrato nel pieno rispetto delle garanzie difensive? Perche' non si e' imboccata , a livello legislativo, la via della prevenzione mediante la semplificazione burocratica e delle regole? Perche' non trova pratica e immediata attuazione il principio della trasparenza nell'ambito della Pubblica Amministrazione, penso alle procedure di appalto e alle forniture , dove si approfitta della complessita' e dell'eccessivo numero delle norme vigenti per esercitare il malaffare ?
L' aumento delle pene con relativo aumento del termine prescrizionale non costituisce piuttosto la conferma che lo Stato non e' in grado di concludere i processi penali in tempi ragionevoli e che non tiene in alcun conto il sacrosanto diritto del cittadino di non dover subire per anni e anni il peso, a volte psicologicamente insopportabile, di un processo penale a proprio carico , salvo poi essere assolto ?
L' aver ripristinato il reato di falso in bilancio e' condivisibile. Non e'accettabile,pero', che a fronte delle gravi pene previste, vi sia un'estrema genericita' ed elasticita' delle norme , che dovra' essere colmata dalla giurisprudenza . Tutto cio' non e' in linea con quell'esigenza di certezza del diritto, che e' particolarmente sentita tra gli imprenditori , con ogni evidente danno per gli investimenti, specialmente stranieri e per l'economia italiana.
Siamo di fronte , purtroppo, ai soliti annunci reboanti , senza che il problema si intenda affrontarlo seriamente ed efficacemente. Insomma il solito " specchietto per le ......." , ma i cittadini sanno ben valutare e non si lasciano incantare.
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PAOLO NESTA