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29.06.2015 - Notizia della settimana
DOVE ANDREMO A FINIRE ?
Secondo l'analisi svolta da un quotidiano nazionale , diffusa nei giorni scorsi,il reddito degli Avvocati , negli ultimi anni, e' diminuito del 18 % e il 45% dei Colleghi dichiara di percepire un reddito annuo inferiore ai 10000,00 euro. E' stato evidenziato, altresi', che si e'allargata la forbice tra i Colleghi piu'ricchi e quelli piu'poveri, tanto che il 50% del reddito prodotto complessivamente dalla categoria e' fruito dal 9% degli Avvocati , mentre il restante 50% e' ripartito tra il 91% di essi.
In pratica su circa 225000,00 Avvocati , circa 20000,00 si dividono il 50% del reddito complessivamente prodotto. Inoltre gli Avvocati meno abbienti hanno meno di 40 anni con un reddito medio intorno ai 25000,00 euro.Indubbiamente e'uno scenario desolante che ritengo non appartenga ad alcun'altra professione intellettuale e che comunque umilia pesantemente intere generazioni di Colleghi, che con passione e dedizione si dedicano all'attivita' professionale.
Le ragioni di tale situazione sono molteplici e le conosciamo : la crisi economica in generale, l'enorme numero di iscritti agli Albi, una politica miope e vessatoria dei vari governi, senza distinzione di colore,
che hanno sempre piu' svilito e dequalificato la nostra categoria.
Le conseguenze di tutto cio'sono devastanti, soprattutto per gli under 40, ma non solo, tanto che una moltitudine di Colleghi non riesce a far fronte agli obblighi contributivi previdenziali e , anche sotto questo profilo, bisognera' rivedere il noto "art.21", che prevede l'obbligo di contribuzione per tutti gli iscritti agli Albi , a prescindere dal reddito percepito.
Per altro verso , si dovra' ampliare lo spazio professionale per gli Avvocati , consentendo loro di svolgere attivita', fino ad oggi, appannaggio esclusivo di altre categorie professionali.
Sono necessari immediati interventi legislativi , che consentano agli Avvocati, anche unitamente ad altri professionisti, di costituire societa', che consentano di ampliare gli spazi professionali e di ridurre i costi. E' indispensabile che vi sia , pur nel dovuto riconoscimento , anche sotto il profilo economico, della professionalita' e della qualita' del lavoro svolto, una migliore ripartizione del reddito complessivamente prodotto, attualmente riservato in alta percentuale a pochi, come sopra evidenziato, che magari fruiscono di condizioni di favore legate a collegamenti con i poteri forti.
Sara' opportuno affrontare anche il "tabu'" dell'esercizio a vita dell'attivita' professionale, ma di questo ne riparleremo.Se non si interviene urgentemente , la situazione inevitabilmente andra' a peggiorare e potrebbero crearsi problemi di non scarsa rilevanza anche sotto il profilo sociale, essendo inaccettabile che oltre centomila Avvocati debbano essere costretti a vivere in condizioni di estremo disagio economico, che, in taluni casi, rasenta l'indigenza.
Dove andremo a finire, non lo sappiamo, pero' e' giunto il momento di avere tutti la consapevolezza del dramma epocale, che stiamo vivendo e di agire concretamente con i fatti . VOLTIAMO PAGINA
PAOLO NESTA