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29.02.2016 - Notizia della settimana
IL VALORE DELLA MEMORIA
Il celebre scrittore Umberto Eco, recentemente scomparso, nello scrivere al nipotino e facendo una riflessione sulla tecnologia, si è soffermato sulla " perdita della memoria ", considerata come una malattia che ha colpito le ultime generazioni.
La memoria, afferma Umberto Eco, “.. è come un muscolo come quelli delle gambe, se non lo eserciti si avvizzisce e tu diventi (dal punto di vista mentale) diversamente abile e cioè (parliamoci chiaro) un idiota. E , inoltre, siccome per tutti c’è il rischio che quando si diventa vecchi ci venga l’Alzheimer, uno dei modi di evitare questo spiacevole incidente è di esercitare sempre la memoria ".
Purtroppo, al tempo d’oggi, si utilizza sempre meno la memoria, abituati, come siamo, quando non ci ricordiamo le cose, o per meglio dire, non le conosciamo, ad avvalerci delle strepitose potenzialità dei mezzi tecnologici, che consentono, quando vogliamo, di sapere in un attimo ciò che in quel momento ci interessa.
A ben vedere, però, tale conoscenza telematica è effimera e superficiale, non basata su un substrato culturale e su una elaborazione del pensiero che porta alla crescita, alla maturazione della persona ed anche al suo appagamento psicologico.
Viviamo, in un epoca, in cui siamo bombardati da milioni di notizie, che si accavallano vorticosamente, l'una dietro l’altra, senza soluzione di continuità e che scorrono e passano senza lasciare particolare traccia nella nostra memoria.
Lo scorrere veloce e superficiale delle notizie è un effetto della globalizzazione, che, tanto per essere chiari, ha molti aspetti positivi, ma che certamente non stimola la riflessione basata sul ricordo e, quindi, sulla memoria.
Eppure la memoria è un valore fondamentale perché' ricordare vuol dire sapere, essere colti ma anche avere la possibilità di trarre utili spunti di riflessione e di aiutare se' stessi a maturare.
Penso alla memoria storica, che attraverso i fatti precedentemente accaduti ci consente di avere una visione, che spazia nel tempo, e quindi più completa, degli accadimenti umani. Ma non solo. Troppo spesso non abbiamo memoria e dimentichiamo ciò che è stato detto da altri, o anche da noi stessi, nel tempo passato, in palese contrasto e contraddizione con quanto viene detto e sostenuto, magari con grande determinazione, nell’attualità. Gli esempi sono molteplici e ricorrenti in ogni settore della società e un adeguato esercizio della memoria contribuirebbe, se non a limitare tale deplorevole modus agendi, quantomeno ad una migliore e più adeguata valutazione delle situazioni e delle persone.
Coltiviamo, quindi, la memoria, come diceva Umberto Eco.
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PAOLO NESTA