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- Categoria: Previdenza e assistenza forense
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22.10.2012 - Il Contributo minimo previdenziale deve essere ridotto a cura di Paolo Nesta
La crisi economica colpisce duramente l'attività degli Avvocati, in particolare dei più giovani, i quali, riducendosi sempre più gli spazi professionali, subiscono una significativa contrazione del reddito, tanto che sta diventando difficile, in molti casi, anche soddisfare le normali esigenze di vita.
Dal 2007 al 2010 il valore reale del reddito degli Avvocati ha registrato una flessione di oltre l'11 %, passando da 54.180,00 a 47.222,00 euro e il 93,5% del reddito è percepito dal 62,5% degli Avvocati, mentre il restante 37,5% percepisce un reddito che non raggiunge i 16.000,00 euro l'anno.
Inoltre l'intervenuta abolizione delle tariffe e la grave crisi economica in atto porterà a ridurre, secondo le previsioni, i redditi di un ulteriore 30%.
In questa situazione drammatica sono necessari interventi urgenti.
Nella qualità di presidente di Alleanza Forense per la Giustizia- AFG, nei mesi scorsi, avevo chiesto al COA di Roma che, nella predisposizione del bilancio, si prevedesse un intervento concreto in favore dei Colleghi iscritti all'Albo con meno di 35 anni di età e con un reddito annuale inferiore ai 18.000,00 euro annui, proprio al fine di fornire un aiuto concreto per il pagamento del contributo minimo obbligatorio di base e del contributo minimo obbligatorio modulare.
Ora, però, la situazione si è drammaticamente aggravata e non riguarda soltanto i giovani Colleghi al di sotto dei 35 anni, ma anche tutti coloro che, di età superiore, percepiscono un reddito annuo non superiore a 16.000,00 euro.La Cassa di Previdenza, nell'ambito di una programmata politica di assistenza ai professionisti in difficoltà, deve intervenire concretamente per alleviare lo stato di estremo disagio e di insopportabilità della situazione nella quale versano, quantomeno il 37,5 % degli Avvocati.
Ecco, quindi, in uno spirito di dovuta solidarietà che è giunto il momento di ridurre congruamente, in misura non inferiore al 50%, il contributo minimo obbligatorio attualmente dovuto nella misura di € 2.741,00, oltre al pur dovuto contributo minimo integrativo di € 660,00.
E' impensabile, infatti, che i percipienti un reddito inferiore ai 16.000,00 euro l'anno vedano falcidiato il loro già esiguo reddito di circa il 20%. Siamo ai limiti della sopravvivenza e la Cassa, che pure ha come principio ispiratore la solidarietà fra gli Avvocati, deve trovare una soluzione immediata a tale problema, d'intesa con gli attuari che, esaminata la questione sotto il profilo tecnico, dovranno e sapranno proporre adeguate soluzioni.
Tale proposta sarà presentata al Comitato dei Delegati della Cassa, del quale faccio parte nonché agli organi dirigenziali della Cassa stessa.
Vi terrò informati sugli sviluppi della vicenda.
Roma 18.10.2012
Paolo Nesta – Delegato della Cassa di Previdenza Forense