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Penale militare
Penale militare
Quesiti di diritto penale militare
Sono un militare che ha subito una condanna penale, quali sono le conseguenze per il mio lavoro?
Dinanzi ad un giudicato penale, il militare in servizio permanente incorre nella violazione degli impegni assunti con il giuramento, in relazione al proprio status e al grado rivestito.
La P.A. dovrà prendere in esame tutti i fatti che hanno formato oggetto di giudizio penale , ancorché conclusosi con un patteggiamento, al fine di stabilire le condizioni di cui all'art. 84, lett. A) del DPR n.3 del 1957 e se quindi la permanenza in servizio del militare sia pregiudizievole per il prestigio o per il buon andamento del servizio stesso.
E' possibile che al termine della fase istruttoria si possa essere rimossi dall'impiego e di perdere il grado per aver posto in essere atti incompatibili con il proprio stato. Si rammenti che le sanzioni disciplinari di stato si applicano sempre previa autonoma valutazione del fatto-reato da parte dell'Autorità amministrativa, indipendentemente dalla valutazione del fatto gia' operata da parte del giudice penale.
Sono un militare che ha subito a bordo di una nave militare minacce e ingiurie da parte di un superiore gerarchico, a chi devo rivolgermi per denunciare questo reato? E’ necessaria una mia querela?
Come nel processo penale comune, anche in quello militare l'azione penale è esercitata sempre per un interesse pubblico e viene di regola promossa d'ufficio. Il codice penale militare non prevede esplicitamente la querela della persona offesa come condizione di procedibilità. I reati militari attualmente previsti non sono perseguibili a querela di parte a causa della forte accentuazione dell'interesse pubblico che caratterizza la loro struttura e che sconsiglia di rimettere la procedibilità alla volonta' del privato. La Corte Costituzionale ha sempre ritenuto la querela inapplicabile al diritto penale militare, essendo sempre insita in tali reati una vera offesa alla disciplina e al servizio militare. Sarebbe opportuno rivolgersi però alla Procura Militare e denunciare i fatti accaduti o farli presenti al proprio Comandante, che a bordo di una nave riveste anche le funzioni di ufficiale di P.G., il quale avrà l'obbligo, una volta ravvisata la notizia di reato, di darne comunicazione all'Autorità competente.
Sono stato condannato da un Tribunale militare a 2 anni di reclusione militare. E' possibile che, a titolo di pena accessoria, venga pubblicata la mia sentenza?
Non sussiste il pericolo rilevato, dal momento che tale pena accessoria si applicherebbe solo per la pena della condanna all'ergastolo. Rispetto a quella comune, la pena accessoria militare è caratterizzata dalla diversa individuazione delle modalità di esecuzione ( affissioni in Comuni differenti e senza pubblicazione su uno o piu' giornali) e, soprattutto, dalla ampia discrezionalità che puo' giungere alla decisione, sorretta da particolari ragioni e quindi in tal senso motivata, di non pubblicare la sentenza. Tale deroga viene motivata dalla scelta legislativa di non trascurare tutti i riflessi politici o militari che possono derivare dal fatto della pubblicazione. Le notizie giuridiche necessitano di rimanere interne.
Ho subito una condanna per peculato militare, attualmente ho ricevuto una comunicazione dal Ministero della Difesa in cui mi viene riferito che l'amministrazione Difesa, avendo subito un danno economico, avrebbe agito dinanzi la Corte dei Conti al fine di recuperare il credito che vantava nei miei confronti. Come posso tutelarmi?
La responsabilità amministrativa è quel particolare tipo di responsabilità che incombe sui soggetti legati all'amministrazione pubblica da un rapporto di impiego o di servizio , quando, a seguito di azione od omissione colpevole, si cagioni danno al pubblico Erario. La responsabilità dei soggetti sottoposti alla Corte dei Conti comprende tutti i comportamenti commissivi od omissivi, imputabili per dolo o colpa grave. Lei "avrebbe" cagionato un danno patrimoniale all'ente di appartenenza, ma, nonostante la sentenza di condanna passata in giudicato, Lei ha la possibilità, prima ancora che si instauri il giudizio, di far valere le sue ragioni mediante il deposito di deduzioni e documenti e ha la possibilità di esser sentito personalmente. Ove il P.M. contabile non riterrà di archiviare per insussistenza di dolo o colpa grave il suddetto procedimento, provvederà ad inviarLe un atto di citazione in cui Le verranno contestati i singoli addebiti. Nella fase istruttoria avrà comunque e sempre la possibilità di difendersi, ma dovrà allora necessariamente avvalersi di un legale che potrà rappresentarLa.
In cosa consiste la rimozione del grado di un militare ?
La rimozione del grado è una pena accessoria prevista dall'art. 29 del c.p.m.p e si applica a tutti i militari rivestiti di un grado o appartenenti a una classe superiore all'ultima a seguito di una condanna per determinati reati, è perpetua, priva il militare condannato del grado e lo fa discendere alla condizione di semplice soldato o di militare di ultima classe. La sanzione deve essere irrogata sulla base di un separato giudizio di responsabilità disciplinare senza che la sentenza penale possa assurgere a presupposto unico per l'applicazione del provvedimento sanzionatorio, ovvero a parametro valutativo cui conformare gravità della sanzione da irrogare.
Quale potere sanzionatorio ha la P.A. nei confronti del dipendente militare che viola la disciplina militare?
E' possibile applicare le sanzioni di Stato e le sanzioni di corpo. Sono espressione del medesimo potere sanzionatorio regolato dall'art. 13 l. 11 luglio 1978 n. 382 e sono applicate, le une o le altre in considerazione della gravità del fatto, in quanto le prime attengono a violazioni della disciplina militare cui consegue un effetto esterno alla stessa organizzazione militare, mentre le seconde esauriscono la loro funzione all'interno dell'organizzazione stessa. Al fine dell'applicazione di una sanzione disciplinare di corpo è sufficiente sentire e vagliare, senza particolari formalità, le giustificazioni dell'interessato, al quale deve essere portata a conoscenza, peraltro, la reale essenza del provvedimento e del processo logico ad esso sottostante, tale da permettergli una puntuale difesa. Le sanzioni di corpo sono tradizionalmente distinte da quelle di stato per una minore incidenza sullo status giuridico del dipendente e, di conseguenza, per un regime formale e procedurale più semplice e meno rigoroso.
Esiste una distinzione tra il reato di ingiurie previste nel c.p.m.p e le ingiurie previste dal c.p.
Nel reato di ingiuria verso il superiore o inferiore gerarchico previsto dal c.p.m.p., il dolo consiste nella cosciente volontà di pronunciare parole o compiere gesti di univoco significato offensivo. Moventi e finalità particolari sono irrilevanti poiché il particolare rigore cui sono improntati i rapporti della disciplina militare, conduce a considerare offesa all'onore ed al prestigio ogni atto o parola di disprezzo verso il superiore ed anche il tono arrogante (che nel diritto penale comune non viene preso in considerazione), perché contrari alle esigenze della disciplina militare per la quale il superiore deve essere tutelato, fra l'altro, non solo nell'espressione della sua personalità umana, bensì anche nell'ascendente morale di cui ha bisogno per potere esercitare degnamente l'autorità del grado e le funzioni di comando.
In caso di connessione di procedimenti penali di competenza di giudici militari e ordinari, a chi spetta la giurisdizione?
La disposizione contenuta nell'art. 13 c.p.p. disciplina l'intera materia della connessione dei procedimenti di competenza di giudici ordinari e di giudici speciali. Quando esiste connessione tra procedimenti di competenza del giudice ordinario e procedimenti di competenza del giudice militare, la giurisdizione spetta per tutti al giudice ordinario, a norma dell'art. 13, comma 2, c.p.p., soltanto se, trattandosi di procedimenti per reati diversi, il reato comune è più grave di quello militare, mentre in tutti gli altri casi rimangono separate le rispettive sfere di giurisdizione. Il principio della gravità del reato è determinata in ragione della pena più elevata nel massimo o, in caso di parità, della pena più elevata nel minimo, sicché in tutti i casi di pene omogenee per genere, sarà questo il criterio cui fare riferimento. Ove siano previste pene detentive e pene pecuniarie, queste ultime possono entrare in discorso soltanto nell'ipotesi in cui i reati posti in comparazione prevedano una "parità delle pene detentive" (Fattispecie nella quale il tribunale militare aveva dichiarato il proprio difetto di giurisdizione in ordine ai reati di truffa aggravata militare di cui all'art. 234 commi 1 e 2 c.p.m.p., punito con la reclusione da uno a cinque anni, ed al connesso delitto di cui all'art. 4 comma 1 lett. d) del d.l. n. 429 del 1982, punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni e con la multa da 5 a 10 milioni, reputando più grave il delitto tributario in quanto, a parità di pena detentiva massima, era punito anche con la pena pecuniaria. La S.C., investita a seguito di conflitto promosso dal giudice ordinario, nell'affermare il principio di cui in massima, ha dichiarato la giurisdizione del tribunale militare).
Nel caso in cui nel reato militare concorrano civili insieme con i militari, nonostante la connessone tra i procedimenti, le sfere di giurisdizione rimangono separate e il giudice militare mantiene integra nei confronti dei concorrenti militari la propria giurisdizione.
Risponde di violata consegna il militare che non esegue un servizio secondo le modalità prescritte?
In tema di violata consegna, la norma incriminatrice di cui all'art. 120 c.p.m.p. non tutela la finalità del servizio, bensì le modalità di esecuzione dello stesso, dalle quali non è dato discostarsi neppure al fine di conseguire meglio lo scopo del servizio. Il reato di violata consegna è un delitto doloso di tipo omissivo e di mera condotta
Per la configurazione del reato di violata consegna è necessaria l'esistenza di una consegna precisa, che determini tassativamente e senza spazi di discrezionalità quale debba essere il comportamento del militare di servizio e che l'amministrazione militare abbia assicurato i mezzi per l'esecuzione della consegna. (Nella specie si contestava ad un militare di aver violato la consegna di accertare che un cancello fosse chiuso, nonostante la serratura di tale cancello fosse da tempo rotta e la sua chiusura assicurata con mezzi di fortuna adoperati dai militari di propria iniziativa; la Cassazione ha ritenuto che la rottura della serratura avesse determinato la inattualità della consegna e, conseguentemente, considerata irrilevante la prassi dei militari di assicurare la chiusura con mezzi di fortuna, ha assolto per insussistenza del fatto l'imputato).