FARE PRESTO

 

E’ notizia di questi giorni che il MIUR ( Ministero Istruzione, Università e Ricerca ) ha predisposto, insieme al Consiglio Universitario Nazionale, la bozza di decreto che va ad innovare il corso di laurea in Giurisprudenza.

Tale decreto prevede l’eliminazione dell’attuale ciclo unico universitario, che porta alla laurea magistrale in Giurisprudenza, in favore di due corsi.

L’uno prevede un triennio, con meno crediti formativi vincolati, a favore di quelli “ liberi “ e un biennio specialistico, orientato verso le più concrete esigenze di mercato.

Il secondo, invece, ci riguarda particolarmente, in quanto, trascorso il primo quadriennio, prevede l’ultimo anno , a numero chiuso,per coloro che vogliono intraprendere la carriera di Avvocato o di notaio, con la possibilità di effettuare 6 dei 18 mesi di pratica richiesti, durante il corso di studi, come stabilito dalla Legge Professionale n. 247/2012. Il provvedimento, una volta approvato dal MIUR, dovrà essere esaminato e condiviso dal Ministero della Giustizia.

Invero, tale modifica del corso di studi in Giurisprudenza sarebbe dovuta intervenire già alcuni anni fa, come più volte avevamo sostenuto, per evitare le nefaste conseguenze che ora sono davanti agli occhi di tutti.

Circa 240000 Avvocati su circa 61 milioni di residenti in Italia , con una percentuale attuale di 3,9 iscritti agli Albi ogni mille abitanti, mentre venti anni fa tale percentuale era dell’ 1,5 per cento e dieci anni fa del 2,5 per cento.

Con l’attuale rapporto e la crisi economica in atto non ci sono sufficienti spazi professionali per gli Avvocati , la cui condizione sociale ed economica va sempre più peggiorando.

E’ necessario, quindi, fare presto, anche se è tardi, molto tardi, procedendo all’immediata approvazione della riforma, per contenere l’accesso indiscriminato ad una professione che, nonostante i molteplici attacchi ai quali è sottoposta, si contraddistingue, pur sempre, per la sua nobiltà e per il rilevante ruolo sociale, che ricopre a tutela dell’intera collettività.

VOLTIAMO PAGINA.

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                              PAOLO  Paolo Nesta