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BAIL IN, BAD BANK E LA CRISI DELL' EURO


Da tanto tempo il tema dell’economia e delle difficoltà, nelle quali versano i cittadini, è al centro dell'attenzione pubblica e dei molteplici dibattiti, dove spesso si è costretti ad ascoltare esternazioni di incompetenti, senza alcuna preparazione specifica e mossi soltanto dalla voglia di apparire.
Ho aderito, quindi, con molto piacere, all'invito rivoltomi dalla Collega Francesca Fantetti, nella sua veste di organizzatore, alla tavola rotonda tenutasi il 27 gennaio u.s. presso l 'Auditorium Conciliazione, sul tema " Una Nuova Concezione dell’Ordine Mondiale: gli Stati Uniti (Politici) dell’Europa". All' incontro hanno partecipato personaggi di chiara fama, e tra questi, il Collega Emmanuele Francesco Maria Emanuele, che ha coordinato i lavori. Ma quello che più mi ha colpito è stato l'intervento, che definirei "lectio magistralis', del prof. Paolo Savona, illustre economista.
Egli, infatti, con estrema chiarezza e lucidità, (virtu' rara di questi tempi), soffermandosi sull' attuale situazione politica e monetaria dell’Europa, ha evidenziato che l'Europa non ha raggiunto l’unità politica (alla quale certamente la Germania non è interessata) e conseguentemente, difettando tale presupposto, l'Europa non ha la sovranità economica, a differenza di quanto accade negli USA e nella Cina.
Ciò vuol dire che mentre le banche centrali degli Usa e della Cina hanno il potere di operare sul cambio delle rispettive monete in base alle necessità del momento, invece la banca centrale europea tale potere non ha e da ciò deriva una situazione di squilibrio notevole in danno dell'euro con le relative ripercussioni sull'economia degli Stati europei, eccettuata la Germania.

Sotto diverso profilo, è emerso che il Parlamento Europeo attualmente svolge soltanto una funzione d'interlocutore rispetto alle iniziative della Commissione Europea, ma non ha il potere d'iniziativa legislativa, ossia difetta di quella che è la prerogativa principale di ogni Parlamento.
Inoltre, ai fini della stabilizzazione economica in Europa, sempre ad avviso del prof. Savona, dovrebbe essere attribuito alla Commissione Europea il potere di utilizzare l'1% in più del Il europeo.
Insomma una serie di riflessioni di alto profilo dalle quali si evince, però, che difficilmente si uscirà dalla crisi economica (altro che Bail In e Bad Bank) e che, anzi, la situazione è destinata drammaticamente a peggiorare, soprattutto perché' si parla e straparla della crisi, senza, però, proporre soluzioni efficaci.
D' altra parte è amaro constatare che in Italia e verosimilmente anche in Europa si è persa la capacità dialettica, atteso che il fine perseguito non è quello di affrontare effettivamente il problema per risolverlo, bensì quello di evitare di inimicarsi il potente di turno, ma così facendo il precipizio è sempre più vicino.
Diceva Roosevelt “Quando le cose non funzionano si cambiano", vogliamo cominciare ad applicare finalmente tale principio? Forse potremmo ancora salvarci.

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PAOLO NESTA