Un’esperienza personale
Volendo personalizzare, alla luce
delle mie esperienze dirette, una sommaria ricostruzione
della storia dei censimenti dal secondo dopoguerra ad
oggi, devo dare atto che il primo impatto con il
censimento della popolazione non è certo stato né
invasivo, né stimolante: la 10^ fotografia censuaria,
scattata alla mezzanotte tra il 3 e il 4 novembre del
1951, mi identificava come uno dei 429.890 maschi nel
loro terzo anno di vita, nella massa degli oltre 47
milioni di residenti. Di fatto, essendomi del tutto
sfuggita anche la successiva inclusione tra i dodicenni
censiti nel 1961, ho dovuto aspettare sino al 24 ottobre
del 1971 per vivere l’evento censimento da protagonista
con un preciso mandato familiare del tipo: “pensaci tu
che sei del mestiere”. Ma il censimento del 1971 non è
stato solo il trampolino di lancio per una generazione
di aspiranti demografi oggi in età matura: si può dire
che esso abbia rappresentato il primo apprezzabile
tentativo per adattare il prodotto censuario ai bisogni
e alle istanze di un’utenza che proprio negli anni ’70,
con l’avvio delle regioni a statuto ordinario, si andava
arricchendo di nuovi soggetti fortemente interessati ad
un approfondimento delle realtà demografiche in ambito
locale, rispetto al quale il dettaglio dei dati censuari
era irrinunciabile.
Tra tradizione e innovazione
Se dunque la rilevazione del 1971
ha dato il via a un nuovo corso sul fronte della
valorizzazione dei relativi dati, è soprattutto in
occasione di quella successiva, datata 25 ottobre 1981,
che si è avuto realmente modo di toccare con mano
un’accresciuta attenzione per le esigenze informative
della Comunità scientifica e degli utenti istituzionali.
Il censimento del 1981 si è infatti distinto per alcune
innovazioni customer oriented: da una maggiore
attenzione alla qualità dei dati, con la sperimentazione
delle prime indagini di controllo qualitativo e di
copertura; alla tempestiva disponibilità del campione
del 2% delle famiglie, anche su supporto magnetico e per
finalità di ricerca. Con tali premesse era dunque
pressoché inevitabile che l’approssimarsi del nuovo
appuntamento del 1991 fosse vissuto con crescenti
aspettative, persino al di fuori del mondo dei
tradizionali utenti del dato censuario. Nell’Italia
della fecondità saldamente ferma ai minimi storici,
dell’invecchiamento demografico incombente, della
presenza straniera ormai accettata come fenomeno
strutturale, il 13° censimento della popolazione era
un’occasione da non perdere. Sia per aggiornare
un’immagine che la velocità del cambiamento aveva reso
rapidamente obsoleta, sia per proseguire
nell’approfondimento dei grandi temi del nostro tempo,
con informazioni nuove e affidabili, da trattare con
strumenti di elaborazione e software sempre più
sofisticati ed efficienti.
In realtà, il censimento del 1991,
se pur ha rappresentato un ulteriore importante
avanzamento rispetto alle precedenti conte degli
italiani - tanto sul piano dell’organizzazione e della
verifica della qualità, quanto su quello della
divulgazione dei risultati- ha scontato negativamente
talune aspettative che i ricercatori avevano maturato,
forse con eccessivo ottimismo. Anche il rivoluzionario
passaggio dalla fotocopia al file, per quanto in buona
parte previsto nei piani di diffusione dei risultati
censuari, è finito col tradursi in soluzioni tecniche
alquanto deludenti. Si è così giunti, nel 2001, al 14°
appuntamento censuario, a conclusione di un decennio
segnato da straordinari passi in avanti nel mondo della
trasmissione e dell’elaborazione automatica dei dati (da
internet ai software più avanzati). Al censimento del
2001, accanto al nobile (ma piuttosto insoddisfacente)
tentativo di estendere il dettaglio dell’osservazione
alla “popolazione temporaneamente dimorante”, va
sostanzialmente dato atto di aver introdotto, con il
datawarehouse, una rivoluzionaria novità in termini di
diffusione e di aver saputo coniugare con efficienza il
passaggio dalla logica del “volume provinciale completo
e quindi reso disponibile” a quella del “rilascio dei
dati per tematiche con valenza per tutto il territorio
nazionale”.
Le novità del 2011
Sul fronte dell’innovazione è
tuttavia la nuova esperienza del 2011 quella che sembra
aver introdotto, o almeno dato avvio, ad un vero e
proprio salto di qualità. Questo censimento, orientato
per la prima volta a dare seguito (ancorché timidamente)
a quel graduale passaggio “dalla rilevazione esaustiva e
diretta ad un censimento basato su formule miste che
prevedono l’utilizzo dei registri amministrativi
esistenti e in particolare l’utilizzo del Registro
Anagrafico” di cui si parla da lungo tempo - pur
confermandosi espressione di continuità nel segno della
tradizione – si configura come punto di partenza per un
importante e non facile percorso di rinnovamento che si
era ormai reso inderogabile. Quindici decenni di unità
nazionale sono stati accompagnati (quasi puntualmente)
da altrettanti rilievi fotografici degli italiani. Ma se
un tempo l’immagine doveva necessariamente essere
dettagliata e poteva anche farsi attendere, oggi conta
molto di più arrivare a fornire in fretta un set di
informazioni di base, anche minimale, che possa
interagire tempestivamente con le molte già disponibili
per altre vie. Questa è, a mio avviso, la filosofia con
cui va inteso il contributo del “nuovo” censimento che
incontreremo la notte del 9 ottobre 2011. Sarà una
presenza volutamente meno invasiva, ma non per questo
meno efficace nel tentativo di adattare il panorama
delle conoscenze alla nuova realtà demografica e sociale
in cui viviamo (e in tal senso, depongono i quesiti sul
luogo di nascita dei genitori, così come la richiesta di
indicazioni circa le difficoltà visive, uditive,
deambulatorie e cognitive).
In conclusione, il primo censimento
interamente pensato e realizzato nel terzo millennio
parte con l’intenzione di aprire una nuova epoca.
L’augurio è che l’innovazione corrisponda anche a
“qualità”, tanto nei contenuti, quanto nei tempi e nella
“bontà” del materiale statistico che ci verrà reso
disponibile.
(*) articolo pubblicato grazie alla
collaborazione di Neodemos con AISP (Associazione
Italiana di Studi sulla Popolazione -
http://www.sis-aisp.it)
* Facoltà di Scienze Statistiche
Milano Bicocca/Fondazione ISMU
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