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LA RIFORMA SANITARIA NEGLI STATI UNITI D'AMERICA: UN MODELLO FEDERALE DITUTELA DELLA SALUTE? di Carla Bassu-federalismi.it

 

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(Ricercatore di Istituzioni di Diritto pubblico

– Università di Sassari)

 

Sommario: 1. Premessa. Il sistema sanitario USA prima e dopo Obama; 2. L'assistenza

sanitaria pubblica dall'era Kennedy ai giorni nostri; 3. Il progetto di riforma del sistema

sanitario di Barack Obama; 4. Health Care and Reconciliation Act, 2010; Primo bilancio

della riforma Obama. Quale futuro per il sistema sanitario USA?

1. Premessa. Il sistema sanitario USA prima e dopo Obama

Per lo studioso del diritto comparato – e non solo - gli Stati Uniti d'America rappresentano il

modello per antonomasia di ordinamento federale; il sistema cui non si può fare a meno di

guardare nel momento in cui ci si confronta con la tematica della ripartizione del potere tra i

diversi livelli di governo. Quello della sanità è un tema sensibile, che rileva in ambito federale

in quanto corollario alle forme di tutela del diritto alla salute che – pur non trovando riscontro

esplicito nel dettato costituzionale statunitense - è riconosciuto come fondamentale in ambito

centrale e – naturalmente – anche dagli Stati.

Osservando l'evoluzione del sistema sanitario americano si riconoscono distintamente tre fasi,

corrispondenti ad altrettante caratteristiche epoche storiche: la prima ricomprende tutte le

federalismi.it n. 22/2011

amministrazioni contemporanee, fino all'avvento di John Fitzgerald Kennedy; la seconda

attraversa gli anni Sessanta, Settanta, Ottanta e Novanta del Novecento; l'inizio della terza

fase corrisponde infine all'insediamento, nel 2008, del Presidente Obama.

Barack Obama, per molte ragioni, è riconosciuto come il Presidente del cambiamento: ebbene

niente, meglio del mutamento di prospettiva intervenuto rispetto alla concezione del modello

di tutela pubblica della salute può rappresentare l'apporto di novità introdotto dal sistema

dall'attuale Capo dello Stato americano. Prendendo in prestito un'immagine dal mondo

medico, si può azzardare una metafora: l'osservazione della realtà dei fatti, nel tempo, ci dirà

se l' iniezione di innovazione immessa nell'ordinamento federale da Barack Obama conteneva

un principio attivo efficace per il miglioramento delle condizioni del sistema, oppure solo un

placebo, una sostanza inadatta o comunque insufficiente a guarire il grande malato, ovvero la

macchina sanitaria statunitense.

Oggetto del presente contributo è dunque il sistema sanitario Usa: come era e come è dopo la

riforma Obama.

Si è detto che il modello di tutela del diritto alla salute può essere utilizzato come segnale

indicativo del cambiamento (annunciato ed effettivamente posto in essere) intervenuto con

l'ingresso della famiglia Obama alla Casa Bianca. Per poter verificare e valutare con

cognizione di causa in che misura le dichiarazioni di intenti pronunciate durante la campagna

elettorale e nei primi mesi di governo del Paese abbiano trovato un riscontro concreto occorre

delineare i tratti caratteristici del modello di assistenza sanitaria vigente negli Stati Uniti

prima dell'entrata in vigore della riforma, firmata Barack Obama, approvata dal Congresso nel

marzo 2010.

2. L'assistenza sanitaria pubblica dall'era Kennedy ai giorni nostri

Considerando che il modello europeo di assistenza sanitaria si fa risalire all'esempio tedesco

di assistenza sociale obbligatoria, fondato nel 1883 dal «Cancelliere di ferro» Otto von

Bismarck, il modello americano si caratterizza per l'origine recente. Infatti, nonostante più

volte, nel dibattito pubblico statunitense si sia prospettata l'opportunità di inserire

nell'ordinamento elementi riconducibili al welfare sanitario, per molto tempo le proposte di

una riforma sanitaria in senso sociale non sono state raccolte e tradotte in pratica. Già

Theodore Roosvelt, candidato non eletto alla Casa Bianca alle presidenziali del 1912,

considerò l'ipotesi di rivedere il sistema di assistenza sanitaria e nel 1935 il Presidente Francis

Delano Roosvelt propose di contemplare una forma di assicurazione per malattia tra le ipotesi

2

considerate nel Social Security Act del 19351. Il progetto non andò a buon fine a causa della

strenua opposizione dell'American Medical Association che contestò l'adozione del progetto

di legge, il «Wagner-Murray Dingell Bill», finalizzato alla realizzazione della riforma. Ancora

il dissenso della classe dei medici, cui si affiancarono le pressioni delle assicurazioni private,

causò il fallimento del tentativo operato dal presidente Truman, nel 1945, di predisporre un

sistema pubblico di assistenza sanitaria2.

Tendenzialmente, per tradizione, negli Stati Uniti si registra un favor verso i beni e servizi

prodotti dal sistema industriale privato, rispetto a quelli forniti dagli apparati pubblici – sia

federali che statali - a meno che dal pubblico derivino vantaggi per l'imprenditoria privata.

Basti pensare, in questo senso, ai settori della difesa e del sistema dei trasporti3. Questa

notazione di carattere generale contribuisce a spiegare l'evidenza del fatto che le politiche

sociali e l'apparato di welfare non abbiano occupato certamente una posizione di rilievo

nell'assetto di priorità delle amministrazioni presidenziali statunitensi, almeno fino a quando,

nel 1960, John Fitzgerald Kennedy pensò i primi programmi di protezione sociale, rivolti agli

anziani, ai disabili e agli indigenti. In particolare, nel 1963, l'allora Presidente annunciò

l'intenzione di predisporre un programma nazionale di assistenza sanitaria per gli anziani e gli

indigenti. I disegni kennediani furono approvati dal Congresso nel 1965, sotto forma di

emendamento al Social Security Act, 1935, durante la presidenza di Lyndon Johnson,

nell'ambito del piano cosiddetto della Great Society4. Tali programmi pur se realizzati solo in

maniera parziale e frammentaria, restarono in piedi senza subire emendamenti sostanziali,

fino all'adozione della riforma sistematica del 20105.

1

Questa legge prevedeva l'indennità di disoccupazione, l'assicurazione di invalidità e di vecchiaia e

forme di assistenza a favore dei figli a carico e per gli anziani, v. Social Security Act, 1935

2

v. L. Igel, The History of Health Care as a Campaign Issue, in Physician Executive, 34, may-june 2008,

pp. 12 ss.

3

v. E. Balboni, U.S.A.: la fine della grande anomalia. La riforma sanitaria di Obama guarda all'Europa,

in www.forumcostituzionale.it, 22 marzo 2010

4

v. P. Starr, The Social Transformation of American Medicine, Basic Books, New York 1982

5

v. R. Casella, La riforma sanitaria di Barack Obama, in Studi parlamentari e di politica costituzionale,

n. 165-166, 2009, p. 31, «(...) da decenni l'organizzazione sanitaria americana è sostanzialmente inalterata nei

suoi profili caratterizzanti, registrando solo delle limitate modifiche, scaturite più dalla volontà delle imprese

private di tutelare i propri interessi economici che dell'intervento normativo del Congresso»; secondo Jorio le

innovazioni introdotte sono finalizzate prevalentemente a rafforzare solamente specifici settori di protezione

corrispondenti a fasce limitate di assistiti e rappresentano sostanzialmente «eccezioni alla regola della

programmata immutevolezza dell'esistente», v. E. Jorio, La riforma santaria di Barak Obama, in

www.federalismi.it , p. 2

3 www.federalismi.it

Si tratta, in particolare, di due programmi federali amministrati però uno direttamente a livello

nazionale (Medicare) e uno (Medicaid) gestito dai singoli Stati, che ricevono dal governo

centrale un contributo che – di norma – copre il 60 per cento delle spese sostenute6 .

Nello specifico, il programma Medicare è rivolto a tutti gli ultrasessantacinquenni e ai

disabili, a prescindere dal reddito, e comprende circa quaranta milioni di persone. L'assistenza

nell'ambito del Medicare viene fornita tramite medici e strutture cliniche (pubbliche e private)

che stipulano accordi con il governo federale. Si tratta di fornitori che accettano di assistere i

pazienti iscritti al programma a fronte di un corrispettivo rappresentato da rimborsi

conteggiati sulla base di tariffe concordate. L'erogazione dei servizi avviene secondo uno

schema complesso e diversificato: in primo luogo rileva il sistema di assicurazione

ospedaliera (Hospital Insurance), che copre l'assistenza prestata presso strutture cliniche

dotate di personale infermieristico professionale (Skilled Nursing Facilities), le cure prestate a

domicilio (Home Health Services) e presso centri di accoglienza e residenze per anziani

(Hospice Care)7. Componente supplementare di Medicare, basata in parte su un modello di

adesione volontaria, è la cosiddetta Medical Insurance, assicurazione sostenuta da

finanziamenti federali associati a una polizza mensile a carico degli iscritti, che copre le cure

mediche e i servizi diagnostici prestati nelle strutture ospedaliere o in centri privati

convenzionati, le visite di controllo a scopo preventivo e le vaccinazioni.

Non tutti i servizi e le prestazioni mediche sono però coperte dal programma Medicare che

esclude, per esempio, le cure odontoiatriche, gli impianti acustici, i medicinali prescritti non

nell'ambito di un ricovero ospedaliero e i servizi di assistenza di lungo periodo. Agli assistiti è

comunque offerta la possibilità di acquistare polizze di assicurazione private approvate da

Medicare e capaci di offrire una copertura supplementare (Medicare Supplement Insurance)8.

Ancora, è possibile aderire al Medicare Advantage Plan, che prevede la stipula di un piano

assicurativo fornito da una Health Medical Organization o di una Preferred Provider

Organizations (strutture di cui si dirà più avanti), che sarà sostenuto congiuntamente dal

6

Sulla struttura e il funzionamento dei programmi Medicare e Medicaid si v. G.M.Turner , Come

funziona la sanità americana, IBL- Istituto Bruno Leoni, n. 45, 2007

7

L'assicurazione ospedaliera rappresenta il fulcro del programma Medicare è analoga a un sistema di

assicurazione sociale ispirato al principio della solidarietà tra generazioni, in ragione del quale i lavoratori

occupati versano i contributi in modo da maturare il diritto a ricevere, una volta raggiunti i limiti di età stabiliti

dall'ordinamento, i servizi sanitari di cui avranno bisogno, v. M.E. Maccarini, L'assitenza sanitaria negli Stati

Uniti d'America, Quaderno n. 2, Consorzio Pavese per Studi post universitari, Pavia 1994, pp. 79 ss.

8

Queste polizze sono denominate medicaps, perchè espressamente finalizzate a «colmare il divario

esistente tra i livelli di assistenza offerti dal programma e i bisogni degli assistiti» del programma di base

(Original Medicare), così R. Casella, cit., p. 37

4

paziente, attraverso il pagamento di un premio aggiuntivo rispetto a quello previsto per il

Medicare Supplement Insurance, e da Medicare che si accolla il pagamento di un contributo

su base mensile.

I piani Medicare Advantage prevedono la copertura per l'acquisto di medicinali che, peraltro,

può essere ottenuta dagli assistiti anche associandosi a piani assicurativi ad hoc, i Medicare

Prescription Drug Plans, di carattere privato, dedicati all'assistenza farmaceutica e approvati

da Medicare9.

Con il programma Medicaid viene, invece, garantita l’assistenza sanitaria dei cittadini che non

raggiungono una soglia minima di reddito e vengono dunque considerati indigenti. Tra i

destinatari del programma si registrano anche le donne in gravidanza e le famiglie con

bambini, che possono usufruire dei servizi erogati per le fasi del parto, le cure neonatali e

della prima infanzia. Parte del programma sono anche le persone affette da disabilità fisiche e

mentali. Di rilievo è il ruolo svolto da Medicaid con riferimento agli anziani

ultrasessantacinquenni che, soprattutto per quanto riguarda le degenze e i servizi assistenziali

di lungo termine, non possono godere delle prestazioni del Medicare.

Come anticipato, la gestione del programma è competenza degli Stati, che si occupano di

amministrare i fondi ad hoc, erogati dalla federazione, che sovvenzionano l’assistenza

sanitaria presso le stesse strutture e i professionisti attivi nel panorama dell'assistenza

sanitaria. Il governo federale contribuisce dunque al sostegno finanziario del programma e

determina i criteri generali di eleggibilità e la tipologia delle prestazioni erogabili nell'ambito

del servizio Medicaid, mentre alle istituzioni statali sono riservati i profili di gestione

concreta.

Al pari di quanto visto con riguardo a Medicare, il sistema Medicaid prevede il rimborso delle

spese sostenute e delle prestazioni erogate dalle strutture convenzionate a favore degli

assistiti; le tariffe e i tassi di rimborso possono variare in relazione al territorio di riferimento,

a causa dei differenti regimi convenzionali determinati dalle amministrazioni degli Stati con

le Managed Care Organizations, di cui si dirà più avanti10. In realtà, bisogna tenere conto del

fatto che gli onorari previsti dal piano Medicaid sono piuttosto modesti così, di conseguenza,

molte delle strutture sanitarie presenti sul mercato negano la disponibilità a fornire le

9

Si v. in proposito Medicare Prescription Drug Coverage (Part D), in Medicare.gov – The official

government site for Medicare, in www.medicare.gov; si v. anche la pubblicazione annuale del Centers for

Medicare and Medicaid Services, National Medicare Handbook, CMS, 2010, reperibile al sito

www.medicare.gov/publications

10

V. R. Casella, cit., p. 38

5 www.federalismi.it

prestazioni previste in regime convenzionale. Ciò costringe le persone rientranti nel

programma a rivolgersi in gran parte ai pronto soccorso degli ospedali, tenuti per legge a

fornire le cure mediche di intervento immediato, salvo poi dimettere l’utente, se sprovvisto di

polizza assicurativa, non appena lo stesso abbia acquisito le funzioni vitali11.

In aggiunta a Medicare e Medicaid, tra i programmi pubblici di assistenza sanitaria si segnala

lo State Children’s Health Insurance Program (c.d. SCHIP, con circa 7 milioni di assistiti),

dedicato ai bambini delle famiglie che non possono permettersi un’assicurazione privata, ma

non così povere da essere riconosciute formalmente tali e, quindi, godere dei servizi gratuiti

del Medicaid.

Compiendo un'operazione di sintesi estrema, è possibile riassumere gli aspetti caratterizzanti

del sistema sanitario statunitense dagli anni Sessanta a oggi in due punti essenziali: in primo

luogo si registra una sostanziale compressione dell'apparato di fattispecie giuridiche

soggettive riconducibili alla tradizione dello Stato sociale, cui corrisponde il privilegio

riservato alla tutela degli (ingenti) interessi economici delle grandi assicurazioni private.

Sono dunque le esigenze dei protagonisti del lucroso settore assicurativo che ostacolano e

rendono vane le possibilità di revisione di un modello che per decenni resta sbilanciato a

favore dei poteri economicamente forti, a scapito delle classi disagiate.

Il panorama di assistenza sanitaria statunitense è infatti contraddistinto da un dominio

pressoché egemone dell'imprenditoria assicurativa che offre, a caro prezzo, la proposta

migliore dal punto di vista qualitativo. Minima è, d'altra parte, la presenza nel settore

dell'attore pubblico che – come si è detto - si rivolge esclusivamente ai soggetti più deboli e ai

privi di mezzi.

D'altronde l'assenza – per molto tempo - di un intervento di riforma organica ha contribuito

ad affermare la prevalenza del settore privato sia per quanto riguarda il profilo del

finanziamento - garantito tramite il sistema delle assicurazioni, sia dal punto di vista

dell'offerta e della produzione dei servizi. Gli operatori assicurativi pubblici, sostenuti

economicamente dall'amministrazione federale, risultano relegati a un ruolo subordinato.

11

G. Gumirato, I pregi e difetti del nostro Ssn per consigliare meglio Barack, IlSole24Ore-sanità, n. 11,

2009; secondo i dati pubblicati dall' U.S. Census Bureau, nel 2008, prima dell'intervento della riforma Obama, la

soglia di povertà era identificata nel percepimento di 10.991 dollari all'anno per un singolo individuo e 17.163

dollari per una famiglia composta da tre persone, il tasso di povertà registrato nello stesso anno era del 13,2 per

cento, pari a 39, 8 milioni di cittadini, v. U.S. Census Bureau, Income, Poverty and Health Insurance Coverage

in the United States: 2008, reperibile al sito www.census.gov ; per una prospettiva aggiornata al 2011 dei dati sul

poverty rate negli Stati Uniti, v. U.S. Census Bureau, Statistical Abstract of the United States, Income,

Expenditures, Poverty and Wealth, reperibile al sito www.census.gov

6

La configurazione spiccatamente asimmetrica della rete assistenziale comporta come risultato

principale la sostanziale discriminazione di una larga fascia di popolazione, di cui fanno parte

i cittadini che, pur non essendo tanto poveri da rientrare nel programma pubblico di assistenza

sanitaria per indigenti, non percepiscono – d'altra parte - un reddito sufficiente a consentire

l'acquisto di una polizza di assicurazione privata12.

Paradossalmente, dunque, a subire maggiormente gli svantaggi del sistema sanitario

statunitense non sono i più poveri bensì i soggetti che, pur non rispondendo ai requisiti di

indigenza necessari ai fini dell'applicazione degli strumenti di assistenza di matrice

kennediana, non possiedono mezzi sufficienti a sostenere l'acquisto delle costose polizze

assicurative private.

Da ciò si produce la frattura prospettica tra il vecchio e il nuovo continente: da una parte vi è

la concezione europea di un diritto alla salute considerato come pilastro dell'architettura delle

prerogative individuali fondamentali, la cui garanzia è considerata oggetto di tutela

imprescindibile in uno Stato costituzionale liberale e sociale. D'altro lato, l'assistenza sanitaria

viene concepita come un benefit, accessibile agli individui in ragione della propria condizione

sociale, ovvero riconosciuto in funzione di uno status quale – per esempio – quello di

lavoratore dipendente nell'ambito di una struttura che prevede la copertura assicurativa come

forma di retribuzione complementare13.

L'assistenza sanitaria diventa dunque un privilegio.

I servizi sanitari, erogati in massima parte da privati, vengono infatti offerti dai datori di

lavoro come fringe benefits ai dipendenti14, che – per usufruirne - sono tenuti a iscriversi a

una Health Maintenance Organization (HMO). Si tratta di organizzazioni di sicurezza sociale,

istituite negli anni Settanta dal governo federale, allo scopo di razionalizzare la spesa

sanitaria, grazie all'intervento di incentivi di mercato15. Alle HMO aderiscono un determinato

numero di medici di base, specialisti e cliniche private che erogano agli utenti iscritti

prestazioni di assistenza sanitaria in virtù di piani personali predefiniti a seconda della polizza

12

V. M. Bartoloni, Metà USA con l'incubo di cure, Il Sole 24 ore-sanità, n. 34, 2008

13

V. E. Iorio, La riforma sanitaria di Barack Obama, in www.federalismi.it, 9 settembre 2009

14

Gran parte dei cittadini statunitensi titolari di una assicurazione sanitaria privata sono parte di modelli

assicurativi finanziati dai datori di lavoro (employer-sponsored program) in cui questi si fanno carico circa

dell'80 per cento dei premi corrisposti alle compagnie di assicurazione.

15

v. Health Maintenance Organization Act, approvato dal Congresso degli Stati Uniti nel 1973, si v. in

proposito J.L. Dorsey, The Health Manteinance Organization Act 1973 (P.L. 93-222) and Prepaid Group

Practice Plans, in Medicare Care, n. 1, 1975, pp. 1 ss

7 www.federalismi.it

stipulata16. Le HMO nacquero dall'esigenza di rispondere ai problemi causati, nel corso degli

anni Settanta e Ottanta del Novecento, dall'aumento esponenziale dei costi della sanità che

spinsero le imprese ad abbandonare il modello di assistenza sanitaria fino ad allora prevalente.

Tale sistema prevede il pagamento diretto della prestazione e il rimborso da parte

dell'assicurazione a fronte della presentazione della documentazione attestante le spese

sostenute e favoriva la libertà di scelta del paziente, che può scegliere la struttura o il

professionista cui rivolgersi senza incontrare impedimenti o vincoli determinati dalla

necessità di contenere i costi. Il modello si caratterizza per l'esistenza di strutture assicurative

no-profit, le Blue Cross and Blue Shield Organizations17 e le imprese che operano nel settore a

scopo di lucro.

L'adesione a una HMO prevede il pagamento di una quota cui consegue il diritto a usufruire

di prestazioni contenute in piani sanitari predefiniti, che obbligano gli assicurati ad avvalersi

dei servizi delle cliniche o dei medici che appartengono alla rete di contatti della compagnia

di riferimento. La scelta dei professionisti cui rivolgersi per ricevere le prestazioni previste dai

piani assicurativi è riservata ai responsabili delle diverse HMO, che maturano l'opzione sulla

base di criteri di convenienza economica.

Il sistema delle HMO si evolve, integrandosi in un modello di gestione sanitaria basato sulla

previsione di forme assicurative funzionali a promuovere la competizione tra i piani di

assistenza presenti sul mercato, grazie all'offerta di servizi prepagati18. Le HMO sono

considerate le prime forme di Managed Care Organizations, ovvero apparati di carattere

assicurativo di proprietà di privati o delle Blue Cross and Blue Shield Organizations che

applicano un sistema integrato di finanziamento ed erogazione delle cure che prevede il

coinvolgimento attivo degli operatori delle assicurazioni, delle strutture ospedaliere, dei

medici e degli stessi assicurati, chiamati a interagire e collaborate uno con l'altro19. Tra le

16

A. Pezzi, C'era una volta la buona sanità Usa, IlSole24Ore, 22 agosto 2009

17

Si tratta delle cosiddette «Blues», organizzazioni nate con scopi mutualistici durante l'epoca della

grande depressione che si diffusero sul territorio nazionale negli anni successivi fornendo alle imprese private e

alle istituzioni piani assicurativi gestiti a livello statale, senza scopo di lucro, che consentono l'accesso alle cure

sanitarie. In particolare, la Blue Cross si occupa di garantire la copertura delle spese di ricovero a fronte di un

pagamento preventivo; medesimo meccanismo per Blue Shield, che però si occupano più in generale delle spese

mediche, v. G. Maciocco, Politica, salute e sistemi sanitari. La riforma dei sistemi sanitari nell'era della

globalizzazione, Il Pensiero Scientifico Editore, Roma 2008, pp. 12 ss.

18

Così R. Casella, cit., p. 33, cfr. A. Enthoven, The History and Principles of Managed Competition, in

Health Affairs, n. 12, 1993, supplement 1, pp. 24 ss

19

Si registra anche la presenza di MCO indipendenti, sistemi gestiti da una manager care firm di proprietà

solitamente dei principali acquirenti dei servizi da esse offerti, vale a dire ospedali, associazioni mediche

8

Managed Cared Organizations si riconoscono anche le Preferred Provider Organizations

(PPO), caratterizzate da una forte flessibilità data da una forma di contrattualizzazione

particolarmente selettiva tra gli assicuratori e chi è chiamato a prestare le cure20. I

professionisti inseriti nei piani assicurativi dei PPO non sono obbligati a lavorare in esclusiva

per la compagnia ma sono tenuti ad applicare agli assicurati tariffe inferiori a quelle di

mercato, concordate con l'assicurazione di riferimento.

Si registrano poi le Indipendent Practice Associations (IPA), costituite su iniziativa di

professionisti che – pur fornendo prestazioni per una o più HMO – conservano la propria

indipendenza. Ancora, vi sono i Points of Services (POS) programmi che consentono

all'assicurato l'opportunità di scegliere un referente interno al network di riferimento della

struttura, cui si farà ricorso in caso di necessità, fatta salva la facoltà di consultare specialisti

esterni, a fronte di una compartecipazione alla spesa stabilita secondo parametri di

progressività.

Una nuova forma assicurativa fu istituita all'inizio degli anni Duemila: si tratta dell'Health

Savings Account (HSA), un fondo bancario dedicato alle spese sanitarie finanziato da quote

annuali versate dagli assicurati che, in caso di malattia, consente di affrontare le spese

mediche21.

Si può parlare di una sorta di sistema assicurativo diretto22, vicino - per sommi capi – al

sistema di «casse mutue» vigente in Italia prima che intervenisse la riforma sanitaria istitutiva

del Servizio sanitario nazionale23. Da noi, similmente a quanto accade nel modello sanitario

statunitense prima della riforma del 2010, le Casse mutue fornivano prestazioni assistenziali

differenziate in base alla categoria di lavoratori iscritti, servendosi di medici o strutture

private di fiducia, a fronte di un corrispettivo di carattere contributivo, collegato all’attività

esercitata dagli assicurati. Valgono, a questo proposito, gli esempi dell'INAM, che erogava

servizi riservati ai dipendenti di aziende private, e dell'ENPAS, rivolta agli impiegati nelle

strutture pubbliche.

20

Le PPO rappresentano oggi la forma più diffusa tra le assicurazioni previste come fringe benefit dai

datori di lavoro negli Stati Uniti.

21

Nell'ipotesi in cui le spese risultino eccedenti rispetto al fondo, l'assistito risponde personalmente ai

costi ulteriori, ove invece il conto non venga utilizzato, ovvero sia utilizzato solo in parte, le somme versate

tornano nella disponibilità degli assicurati al compimento del sessantacinquesimo anno di età ed eventualmente

può essere convertito in un fondo pensione, v. Medicare Prescription Drug, Improvement and Modernization

Act, 2003

22

Così M. Iorio, cit.

23

v. legge n. 833, 1978

9 www.federalismi.it

Da quanto sopra (pur brevemente) illustrato si evince come il modello di sanità statunitense

per molto tempo ha previsto una garanzia assistenziale direttamente proporzionale alla

ricchezza goduta dal privato cittadino. Banalmente: a una maggiore disponibilità economica

fa fronte – proporzionalmente – un migliore livello quantitativo (dal punto di vista delle

patologie coperte da assicurazione) e qualitativo (dal punto di vista del grado di servizi

prestati) dell'assistenza sanitaria.

La maggior parte degli operatori del settore delle assicurazioni sanitarie è ormai rappresentata

da imprese commerciali, con fini di lucro, che oltre a svolgere il ruolo propriamente

assicurativo sono responsabili dell'erogazione dei servizi ai propri assistiti. La netta

preminenza della componente privata del mercato assicurativo favorisce le potenzialità di

guadagno per i fornitori del servizio, determinando un aumento delle tariffe delle polizze

proposte ai singoli e alle imprese. In ragione di tale aumento dei costi, molte aziende -

specialmente le realtà di dimensioni medio piccole - sono costrette a eliminare il benefit

dell'assicurazione sanitaria, oppure ad adottare soluzioni che prevedono una partecipazione

anche sostanziale del dipendente all'acquisto della polizza o, ancora, a prevedere un minor

livello di copertura assistenziale, dovuto a franchigie particolarmente elevate con conseguenze

negative in ordine all'accessibilità e alla qualità delle cure24

Per chi non guadagna abbastanza da concedersi il lusso di una polizza sanitaria e – d'altra

parte – non presenta un reddito tanto basso da avere accesso al Medicaid non resta che

investire sulla prevenzione e sperare di rimanere in buona salute.

3. Il progetto di riforma del sistema sanitario di Barack Obama

Questo è lo status quo al momento della discesa in campo di Barack Obama che già durante la

campagna elettorale per le primarie del Partito Democratico, indica la riforma sanitaria tra le

priorità programmatiche. Obama conosce bene il problema, ha un'esperienza diretta con le

defaillances del sistema sanitario, dal momento che sua madre è morta di cancro a

cinquantatre anni, anche a causa dell'inadeguatezza delle cure mediche prestate.

L'intenzione originaria di Obama è di avvicinarsi al modello europeo di tutela pubblica della

salute, attraverso la determinazione di un sistema pubblico capace di assicurare uno schema di

assistenza sanitaria uniforme e universale. Per questa ragione, durante la campagna elettorale,

viene accusato di comunismo dagli avversari politici. Il tema della sanità è estremamente

delicato e si è rivelato in passato un vero e proprio tallone di Achille per chi ne ha fatto una

24

v. R. Casella, cit., p. 40; cfr. Th. Lee, K. Zapert, Do high-deductible health plans threaten quality of

care?, in New England Journal of Medicine, 353, 2005, pp. 1202 ss.

10

bandiera politica. Oltre agli esempi già menzionati di Theodore e Francis Roosvelt, si pensi

all'esperienza di Bill Clinton, tra i più popolari presidenti democratici, che nel 1993 presentò

un progetto di riforma sanitaria (disegnato dall'attuale Segretario di Stato Hilary Rodham

Clinton)25, destinato a rivelarsi un fallimento, con gravi ricadute sul gradimento

dell'amministrazione.

Il progetto del candidato Obama si pone in netta contrapposizione rispetto alla posizione

espressa dall'avversario repubblicano, John McCain, che aspirava a un modello di sanità

basato esclusivamente sulle regole del mercato26.

Si peccherebbe di superficialità e ingenuità se si credesse che la volontà obamiana di

cambiare il sistema sanitario USA fosse riconducibile solamente a un'aspirazione ideologica

di giustizia sociale.

In realtà, Obama ritiene la riforma una necessità imprescindibile per l'economia americana,

gravata dal peso dei costi dell'assistenza sanitaria che, paradossalmente, risulta tra i più alti

nel mondo27. In realtà, agli obiettivi ideologici e di natura sociopolitica, si associa l'urgenza

molto concreta di una razionalizzazione dei costi, da realizzarsi per mezzo di un intervento di

profondo cambiamento strutturale28. La posizione di partenza, favorevole alla costituzione di

un vero e proprio sistema sanitario pubblico, si attenua dunque orientandosi verso

l'inserimento nel sistema di nuovi attori (quali le cooperative no profit) che dovrebbero

arricchire il mercato della sanità, fornendo una importante alternativa per i milioni di

americani esclusi dalle forme di copertura presenti.

Il programma del futuro Presidente contempla l'obbligo per i datori di lavoro di assicurare i

propri dipendenti; l'imprescindibilità della copertura assicurativa dei minori; l'ampliamento

della eleggibilità per Medicaid, finalizzata a garantire l'assistenza sanitaria a un più ampio

25

v. R. Casella, Modelli di organizzazione sanitaria: le esperienze della Francia e degli Stati Uniti, in

AA.VV., Contenimento della spesa pubblica ed efficienza dell'amministrazione nella crisi dello Stato sociale: il

caso della sanità, Pacini Editore, Pisa 1997, pp. 218 ss.; R.M. Monaco, La riforma del sistema sanitario degli

Stati Uniti: cause, confronti e conseguenze, in Studi e informazioni, n. 2, 1994, pp. 7 ss.

26

v. S.R. Collins, J.L. Nicholson, S.D. Rustgi, K. Davis, The 2008 Presidential Candidates' Health

Reform Proposals: Choices for America, The Commonwealth Fund, October 2008; L. Bailey, Obama and

McCain on Health Care Reform, in Business and Economic Review, October-Decembre 2008, p. 25

27

Nel 2007, infatti, si sono registrati costi per 6.096 USD (nel 2009: circa 8.000 USD) per ogni

statunitense, contro 3.171, 2.414 e 2.293 dollari spesi ogni anno, rispettivamente, in Germania, in Italia e in

Giappone per i loro cittadini, v. P. Greco, Sanità USA che disastro, L’Unità, 12 settembre 2007, ben ripreso da

Mingardi A., Sorpresa, anche l’America ha uno stato sociale (sanità inclusa), in IBL- Istituto Bruno Leoni, idee

per il libero mercato, 2007

28

G. Doria , L’insediamento di Barack Obama. Brevi note a caldo a margine dell’Inaugural Address del

20 gennaio, in www.federalismi.it, n. 1, 2009.

11www.federalismi.it

numero di poveri; la costituzione di un nuovo sistema di assistenza pubblica (New National

Health Plan), indirizzato a coloro i quali – non usufruendo di polizze amministrative da parte

dei datori di lavoro – non rispondano ai requisiti necessari per essere ricompresi nei piani

Medicaid. La istituzione di un organismo con il compito di regolamentare il panorama delle

assicurazioni private, allo scopo di impedire discriminazioni o esclusioni basate sulle

condizioni di salute degli assicurati29.

E' evidente che l'idea di base del candidato Obama si è ridimensionata significativamente e

non corrisponde, se non a grandi linee, al piano predisposto dal Presidente Obama.

Il sistema sanitario americano (nella versione precedente alla riforma Obama) è stato definito,

con sintesi eloquente, insufficiente, costoso, ingiusto e paradossale30. In primo luogo, l'assetto

tradizionale dell'assistenza sanitaria USA, si rivela inadatto ad assicurare benefici reali in

favore degli assistiti, come dimostra il dato che indica come la vita media del del cittadino

statunitense, pari a 75 anni nel 2007 e a 77 anni oggi, sia inferiore di quelle garantite dai

sistemi sanitari dei maggiori paesi industriali (77 anni nel 2007; 83 anni oggi). Il modello non

si dimostra nemmeno vantaggioso dal punto di vista economico, dal momento che i costi

dell'assistenza gravano in misura consistente sui cittadini, sottoposti a prelievo erariale31.

Peraltro, a fronte degli elevati costi sostenuti dal Governo federale, come si è avuto modo di

osservare, il sistema lasciava scoperta una larga fascia di popolazione, pari a più di

quarantasei milioni di cittadini che, non rientrando nelle categorie protette (indigenti, anziani

o disabili), per poter godere dell'assistenza sanitaria doveva ricorrere a risorse proprie, non

sempre disponibili.

La situazione del sistema sanitario statunitense assume i contorni dell'assurdo nel momento in

cui si considera che i deficit sopra descritti si inseriscono nel contesto di una realtà che

presenta la migliore ricerca scientifica al mondo, di cui però usufruiscono quasi

esclusivamente i servizi a pagamento, disponibili attraverso il canale assicurativo privato.

29

Sugli aspetti caratterizzanti il piano sanitario proposto dal ticket presidenziale Obama-Biden durante la

campagna elettorale si v. Barack Obama and Joe Biden'sPlan to Lower Health Care Costs and Ensure

Affordable Accessible Health Coverage for All, reperibile al sito

http://courses.ischool.berkeley.edu/i202/f08/lectures/Obama_Healthcare-1.pdf

30

Greco P., op. cit., che in proposito mette in risalto i 75 anni medi del cittadino Usa, contro i 79 e i 78

raggiunti in Giappone e in Italia. L’Autore, nella sua ricerca (2007), mette in rilievo anche le differenze

di disponibilità di posti letto della spedalità complessiva: 33/1000 negli Usa, contro 49/1000 in Italia, 75/1000 in

Francia, 84/1000 in Germania e 129/1000 in Giappone.

31

Si stima che ogni contribuente americano abbia sopportato, nel 2007, un onere fiscale pari a 2.725 USD

annui per persona potenzialmente assistita, nel 2007 venivano contabilizzati (in dollari americani) per persona

assistibile: 2.440 in Germania; 2.382 in Francia; 2.215 in Canada; 2.209 in Gran Bretagna; 1.864 in Giappone e

1.812 in Italia, v. P. Greco, op. cit.

12

Obama, si è detto, vorrebbe cambiare le cose, introducendo il principio dell'universalità delle

prestazioni, che dovrebbero essere disponibili per tutti gli americani, a prescindere dal reddito

e dal luogo di residenza. Si tratta di un obiettivo di portata epocale e molto dispendioso, da

realizzare facendo gravare una parte significativa degli oneri dell’universalità dell’assistenza

ai cittadini americani con un reddito annuo maggiore ai 350 mila dollari, in alcuni casi

elevabile fino a un milione.

Dal punto di vista dei contenuti, il programma si struttura sulla base di alcuni obiettivi

ambiziosi: in primo luogo si intende favorire l'esercizio della libera scelta del cittadino, cui

viene riconosciuto il diritto di scegliere tra la gamma di opzioni fornite dall'intervento

pubblico. Indispensabile si rivela poi una significativa razionalizzazione dei costi, da operare

attraverso un ridimensionamento degli oneri burocratici, l'eliminazione degli sprechi e una

rigorosa sanzione delle frodi; in particolare si intende abolire gli ostacoli di ordine

amministrativo che ritardano o impediscono la determinazione e l'erogazione dei rimborsi. Si

vuole evitare che le famiglie compromettano la propria stabilità economica nel caso in cui una

patologia grave o una malattia cronica renda necessario il ricorso a cure costose; si aspira

infatti a poter offrire a ogni americano la garanzia di poter affrontare i costi relativi alla

copertura assicurativa sanitaria, a prescindere dal proprio status lavorativo e di poter

continuare a godere delle condizioni di copertura godute, anche di fronte all'aggravarsi del

proprio stato di salute. Di rilievo si ritiene il focus rivolto alla promozione della prevenzione e

all'investimento in campagne di sensibilizzazione e sostegno di uno stile di vita salutare, che

porterebbe a una riduzione dell'insorgenza di numerose patologie e a un conseguente calo dei

costi assistenziali a carico della società.

Al fine di realizzare le finalità qui sopra illustrate, migliorando il sistema delle garanzie degli

utenti e la qualità dell'assistenza, si prevede l'istituzione di un piano sanitario individuale,

sulla base del quale realizzare un aggiornamento periodico delle prestazioni, in ragione

dell'avanzamento tecnologico e metodologico ottenuto nei diversi settori della medicina.

In sostanza, il Presidente Obama aspira a creare un sistema che garantisca la tutela universale

della salute, migliorando la qualità delle prestazioni e l’efficienza del sistema, anche dal punto

di vista economico.

Per realizzare tutto ciò si prevede un impegno finanziario, a carico del sistema federale (fondo

di riserva), di 630 miliardi di dollari spalmati in un decennio. Tale importo, pur tanto ingente,

non è sufficiente a coprire integralmente i relativi costi di riforma. E' dunque, da subito,

nell'ordine delle cose che per realizzare il piano di riforma sanitaria si dovrà ricorrere a un

13www.federalismi.it

successivo maggiore impegno finanziario, non escludendo un analogo intervento di

finanziamento a carico delle economie dei vari Stati.

4. Health Care and Reconciliation Act, 2010

Il progetto di riforma sanitaria elaborato dal presidente Obama non ha trovato una calda

accoglienza negli ambienti politici statunitensi e nemmeno nell'opinione pubblica: d'altronde,

per molti americani, vale ancora l'equazione, sanità pubblica = socialismo32.

Il 16 settembre 2009, il presidente della commissione finanze del Senato, il democratico Max

Baucus, presenta un progetto di legge orientato a estendere la copertura assicurativa,

determinando nel contempo una compressione del deficit federale. Nello specifico, oggetto

della proposta normativa è un ampliamento della eleggibilità a Medicaid; l'imposizione di

un'aspra sanzione pecuniaria nei confronti delle imprese che non assicurino i propri

dipendenti; il divieto per le compagnie assicurative di rifiutare la sottoscrizione di una polizza

a chi abbia in passato sofferto di determinate patologie; l'inserimento nel sistema sanitario di

cooperative no profit capaci di concorrere sul mercato con gli operatori privati e con

l'assicurazione pubblica (public option) perorata da Obama.

Le fonti di finanziamento del progetto sono individuate nel prelievo erariale applicato alle

imprese assicurative private; ai costruttori di strumentazione medica, alle industrie

farmaceutiche e alle principali cliniche private.

Il testo subisce un iter parlamentare travagliato e viene infine approvato il 30 marzo 2010 con

la denominazione «Health Care and Education Reconciliation Act 2010».

Tra gli emendamenti più significativi si segnala la sostituzione della public option con

strumenti idonei a garantire l'assistenza sanitaria alle classi medio basse anche in assenza di

una struttura assicurativa pubblica.

Il percorso della legge mostra la ferrea determinazione del Presidente, che si dimostra

disponibile al

compromesso volto al bilanciamento dell'interesse collettivo con le esigenze imprenditoriali.

Il provvedimento normativo frutto di questa operazione di bilanciamento di interessi

interviene innanzitutto sulla dimensione strutturale del sistema sanitario, determinando la

32

Obama si dichiara ripetutamente favorevole alla creazione di un sistema pubblico di assistenza sanitaria,

che giudica necessario a garantire una copertura sanitaria a chi non possa permettersi di aderire a una delle

costose opzioni presentate dal panorama commerciale. In questo trova l'appoggio della House of Representative,

che nella persona della Speaker Nancy Pelosi si esprime positivamente in merito alla costituzione di un polo

pubblico, capace di esercitare sul mercato - attraverso una società assicurativa ad hoc – un ruolo attivo sul piano

concorrenziale nei confronti dei privati. Secondo l'opposizione repubblicana tale soluzione non è accettabile,

perché risponde a un modello ideologico di matrice socialista, v. R. Casella, cit., p, 45

14

creazione di un modello non più basato esclusivamente sulle assicurazioni private, idoneo a

garantire la tutela della salute di tutte le fasce di età e di reddito, pur senza la creazione di un

polo pubblico istituzionalizzato, inserito nel mercato in contrapposizione alle grandi

compagnie di assicurazioni. Il cambiamento della struttura del sistema è promosso attraverso

il coinvolgimento delle cooperative no profit, che saranno inizialmente sostenute da

sovvenzioni pubbliche al fine di rendere il sistema più accessibile dal punto di vista

economico.

5. Primo bilancio della riforma Obama. Quale futuro per il sistema sanitario USA?

Il Presidente Obama ha creduto nella riforma e ha investito moltissimo su questo punto

dell'agenda politica, mettendo in gioco i suoi crediti di popolarità e rischiando tanto.

La riforma comporta l'estensione dei servizi sanitari a trentadue milioni di statunitensi grazie

all'allargamento del raggio di azione dei programmi di salute pubblica (Medicare, finora

limitato ai cittadini con reddito al di sotto della soglia dell'indigenza) e grazie ai sussidi alle

famiglie che non possono acquistare polizze assicurative private. Tra i risultati più

significativi vi è il divieto assoluto imposto alle compagnie assicurative di rifiutare le polizze

ai bambini o agli adulti con malattie congenite. Vietata anche la revoca delle polizze ai già

assicurati in ragione dell'insorgere di patologie rare o gravi, che rendono necessarie cure

dispendiose. Alle compagnie assicurative è altresì impedito di rifiutare le polizze a bambini o

adulti con malattie congenite, né è consentito revocare le polizze ai già assicurati.

Grazie a questa riforma il novantacinque dei quasi 300 milioni di cittadini americani potrà

disporre di una copertura sanitaria. Diventa, di fatto, obbligatorio per ogni individuo

acquistare una copertura sanitaria, pena una sanzione di circa settecentocinquanta dollari

oppure, del due per cento dei redditi. Le aziende con più di cinquanta dipendenti sono tenute

a contribuire alla spesa sanitaria dei propri impiegati, nel caso in cui questa sia a carico dei

contribuenti e le stesse aziende sono soggette a una imposta annuale, destinata al

finanziamento del sistema assistenziale.

Si tratta di cambiamenti davvero significativi per la concezione tradizionale di un sistema

sanitario che conserva tuttavia il carattere distintivo dato dalla prevalenza nel sistema di

operatori privati. La presenza di una struttura assicurativa pubblica, tanto auspicata da Obama

ed esclusa dal testo definitivo della riforma in ragione di forti pressioni trasversali, avrebbe

15www.federalismi.it

potuto innescare un virtuoso circuito concorrenziale che avrebbe con tutta probabilità favorito

una diminuzione dei prezzi delle polizze33. Si tratta forse di un'occasione perduta.

Il costo per il bilancio statale di tutto ciò è naturalmente oneroso e, come anticipato, viene

finanziato in parte con i tagli a Medicaid e in parte con nuove tasse ad hoc, tra cui si

segnalano quella gravante sulle coperture assicurative che superano i ventitremila dollari per

una famiglia di quattro persone e per le coppie con un reddito superiore ai

duecentocinquantamila dollari l'anno. Si prevede anche una tassa sugli investimenti pari al

3,5%, a carico delle coppie con un reddito superiore ai duecentocinquantamila dollari l'anno.

Il commento di Barack Obama, di fronte alla approvazione della riforma da parte di entrambe

le Camere del Congresso è stato eloquente: «Abbiamo dimostrato che siamo ancora un popolo

capace di fare grandi cose», ha commentato il presidente dalla Casa Bianca.

Ora si tratta di passare ai fatti e affrontare sul campo i poteri forti che per decenni hanno

regnato incontrastati nel fruttuoso mercato dell'assistenza sanitaria: i giganti delle

assicurazioni.

I primi problemi giungono però da una voce istituzionale: un giudice federale della Florida,

Roger Vinson, ha dichiarato l'incostituzionalità dell'intera riforma sanitaria che contrasterebbe

con i principi dei Padri fondatori, obbligando gli individui a stipulare polizze assicurative.

L'ultima parola spetta alla Corte Suprema: sarà the least dangerous branch a decretare se la

revisione del sistema voluta dal presidente del cambiamento è coerente non l'architettura

della Costituzione del 1789 o se è un azzardo che può andar bene per quegli stravaganti degli

europei, ma che sarebbe destabilizzante per la solidità del gigante statunitense.

33

Si v. R. Casella, cit., p. 50 «La mancata istituzione di un'assicurazione sanitaria pubblica alternativa a

quella privata (…) impedisce l'avvio di un originale e dinamico processo di riequilibrio del sistema, ma

contribuisce anche a rendere meno efficace l'azione delle previste Health Insurance Exchanges nella

contrattazione e nell'acquisto dei contratti assicurativi di base»

16

 

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