(Ricercatore di Istituzioni di
Diritto pubblico
– Università di Sassari)
Sommario: 1. Premessa. Il sistema
sanitario USA prima e dopo Obama; 2. L'assistenza
sanitaria pubblica dall'era Kennedy
ai giorni nostri; 3. Il progetto di riforma del sistema
sanitario di Barack Obama; 4.
Health Care and Reconciliation Act, 2010; Primo bilancio
della riforma Obama. Quale futuro
per il sistema sanitario USA?
1. Premessa. Il sistema sanitario
USA prima e dopo Obama
Per lo studioso del diritto
comparato – e non solo - gli Stati Uniti d'America
rappresentano il
modello per antonomasia di
ordinamento federale; il sistema cui non si può fare a
meno di
guardare nel momento in cui ci si
confronta con la tematica della ripartizione del potere
tra i
diversi livelli di governo. Quello
della sanità è un tema sensibile, che rileva in ambito
federale
in quanto corollario alle forme di
tutela del diritto alla salute che – pur non trovando
riscontro
esplicito nel dettato
costituzionale statunitense - è riconosciuto come
fondamentale in ambito
centrale e – naturalmente – anche
dagli Stati.
Osservando l'evoluzione del sistema
sanitario americano si riconoscono distintamente tre
fasi,
corrispondenti ad altrettante
caratteristiche epoche storiche: la prima ricomprende
tutte le
federalismi.it n. 22/2011
amministrazioni contemporanee, fino
all'avvento di John Fitzgerald Kennedy; la seconda
attraversa gli anni Sessanta,
Settanta, Ottanta e Novanta del Novecento; l'inizio
della terza
fase corrisponde infine
all'insediamento, nel 2008, del Presidente Obama.
Barack Obama, per molte ragioni, è
riconosciuto come il Presidente del cambiamento: ebbene
niente, meglio del mutamento di
prospettiva intervenuto rispetto alla concezione del
modello
di tutela pubblica della salute può
rappresentare l'apporto di novità introdotto dal sistema
dall'attuale Capo dello Stato
americano. Prendendo in prestito un'immagine dal mondo
medico, si può azzardare una
metafora: l'osservazione della realtà dei fatti, nel
tempo, ci dirà
se l' iniezione di innovazione
immessa nell'ordinamento federale da Barack Obama
conteneva
un principio attivo efficace per il
miglioramento delle condizioni del sistema, oppure solo
un
placebo, una sostanza inadatta o
comunque insufficiente a guarire il grande malato,
ovvero la
macchina sanitaria statunitense.
Oggetto del presente contributo è
dunque il sistema sanitario Usa: come era e come è dopo
la
riforma Obama.
Si è detto che il modello di tutela
del diritto alla salute può essere utilizzato come
segnale
indicativo del cambiamento
(annunciato ed effettivamente posto in essere)
intervenuto con
l'ingresso della famiglia Obama
alla Casa Bianca. Per poter verificare e valutare con
cognizione di causa in che misura
le dichiarazioni di intenti pronunciate durante la
campagna
elettorale e nei primi mesi di
governo del Paese abbiano trovato un riscontro concreto
occorre
delineare i tratti caratteristici
del modello di assistenza sanitaria vigente negli Stati
Uniti
prima dell'entrata in vigore della
riforma, firmata Barack Obama, approvata dal Congresso
nel
marzo 2010.
2. L'assistenza sanitaria pubblica
dall'era Kennedy ai giorni nostri
Considerando che il modello europeo
di assistenza sanitaria si fa risalire all'esempio
tedesco
di assistenza sociale obbligatoria,
fondato nel 1883 dal «Cancelliere di ferro» Otto von
Bismarck, il modello americano si
caratterizza per l'origine recente. Infatti, nonostante
più
volte, nel dibattito pubblico
statunitense si sia prospettata l'opportunità di
inserire
nell'ordinamento elementi
riconducibili al welfare sanitario, per molto tempo le
proposte di
una riforma sanitaria in senso
sociale non sono state raccolte e tradotte in pratica.
Già
Theodore Roosvelt, candidato non
eletto alla Casa Bianca alle presidenziali del 1912,
considerò l'ipotesi di rivedere il
sistema di assistenza sanitaria e nel 1935 il Presidente
Francis
Delano Roosvelt propose di
contemplare una forma di assicurazione per malattia tra
le ipotesi
2
considerate nel Social Security Act
del 19351. Il progetto non andò a buon fine a causa
della
strenua opposizione dell'American
Medical Association che contestò l'adozione del progetto
di legge, il «Wagner-Murray Dingell
Bill», finalizzato alla realizzazione della riforma.
Ancora
il dissenso della classe dei
medici, cui si affiancarono le pressioni delle
assicurazioni private,
causò il fallimento del tentativo
operato dal presidente Truman, nel 1945, di predisporre
un
sistema pubblico di assistenza
sanitaria2.
Tendenzialmente, per tradizione,
negli Stati Uniti si registra un favor verso i beni e
servizi
prodotti dal sistema industriale
privato, rispetto a quelli forniti dagli apparati
pubblici – sia
federali che statali - a meno che
dal pubblico derivino vantaggi per l'imprenditoria
privata.
Basti pensare, in questo senso, ai
settori della difesa e del sistema dei trasporti3.
Questa
notazione di carattere generale
contribuisce a spiegare l'evidenza del fatto che le
politiche
sociali e l'apparato di welfare non
abbiano occupato certamente una posizione di rilievo
nell'assetto di priorità delle
amministrazioni presidenziali statunitensi, almeno fino
a quando,
nel 1960, John Fitzgerald Kennedy
pensò i primi programmi di protezione sociale, rivolti
agli
anziani, ai disabili e agli
indigenti. In particolare, nel 1963, l'allora Presidente
annunciò
l'intenzione di predisporre un
programma nazionale di assistenza sanitaria per gli
anziani e gli
indigenti. I disegni kennediani
furono approvati dal Congresso nel 1965, sotto forma di
emendamento al Social Security Act,
1935, durante la presidenza di Lyndon Johnson,
nell'ambito del piano cosiddetto
della Great Society4. Tali programmi pur se realizzati
solo in
maniera parziale e frammentaria,
restarono in piedi senza subire emendamenti sostanziali,
fino all'adozione della riforma
sistematica del 20105.
1
Questa legge prevedeva l'indennità
di disoccupazione, l'assicurazione di invalidità e di
vecchiaia e
forme di assistenza a favore dei
figli a carico e per gli anziani, v. Social Security
Act, 1935
2
v. L. Igel, The
History of Health Care as a Campaign Issue, in Physician
Executive, 34, may-june 2008,
pp. 12 ss.
3
v. E. Balboni, U.S.A.: la fine
della grande anomalia. La riforma sanitaria di Obama
guarda all'Europa,
in www.forumcostituzionale.it, 22
marzo 2010
4
v. P. Starr, The
Social Transformation of American Medicine, Basic Books,
New York 1982
5
v. R. Casella, La riforma sanitaria
di Barack Obama, in Studi parlamentari e di politica
costituzionale,
n. 165-166, 2009, p. 31, «(...) da
decenni l'organizzazione sanitaria americana è
sostanzialmente inalterata nei
suoi profili caratterizzanti,
registrando solo delle limitate modifiche, scaturite più
dalla volontà delle imprese
private di tutelare i propri
interessi economici che dell'intervento normativo del
Congresso»; secondo Jorio le
innovazioni introdotte sono
finalizzate prevalentemente a rafforzare solamente
specifici settori di protezione
corrispondenti a fasce limitate di
assistiti e rappresentano sostanzialmente «eccezioni
alla regola della
programmata immutevolezza
dell'esistente», v. E. Jorio, La riforma santaria di
Barak Obama, in
www.federalismi.it , p. 2
3 www.federalismi.it
Si tratta, in particolare, di due
programmi federali amministrati però uno direttamente a
livello
nazionale (Medicare) e uno
(Medicaid) gestito dai singoli Stati, che ricevono dal
governo
centrale un contributo che – di
norma – copre il 60 per cento delle spese sostenute6 .
Nello specifico, il programma
Medicare è rivolto a tutti gli ultrasessantacinquenni e
ai
disabili, a prescindere dal
reddito, e comprende circa quaranta milioni di persone.
L'assistenza
nell'ambito del Medicare viene
fornita tramite medici e strutture cliniche (pubbliche e
private)
che stipulano accordi con il
governo federale. Si tratta di fornitori che accettano
di assistere i
pazienti iscritti al programma a
fronte di un corrispettivo rappresentato da rimborsi
conteggiati sulla base di tariffe
concordate. L'erogazione dei servizi avviene secondo uno
schema complesso e diversificato:
in primo luogo rileva il sistema di assicurazione
ospedaliera (Hospital Insurance),
che copre l'assistenza prestata presso strutture
cliniche
dotate di personale infermieristico
professionale (Skilled Nursing Facilities), le cure
prestate a
domicilio (Home Health Services) e
presso centri di accoglienza e residenze per anziani
(Hospice Care)7. Componente
supplementare di Medicare, basata in parte su un modello
di
adesione volontaria, è la
cosiddetta Medical Insurance, assicurazione sostenuta da
finanziamenti federali associati a
una polizza mensile a carico degli iscritti, che copre
le cure
mediche e i servizi diagnostici
prestati nelle strutture ospedaliere o in centri privati
convenzionati, le visite di
controllo a scopo preventivo e le vaccinazioni.
Non tutti i servizi e le
prestazioni mediche sono però coperte dal programma
Medicare che
esclude, per esempio, le cure
odontoiatriche, gli impianti acustici, i medicinali
prescritti non
nell'ambito di un ricovero
ospedaliero e i servizi di assistenza di lungo periodo.
Agli assistiti è
comunque offerta la possibilità di
acquistare polizze di assicurazione private approvate da
Medicare e capaci di offrire una
copertura supplementare (Medicare Supplement
Insurance)8.
Ancora, è possibile aderire al
Medicare Advantage Plan, che prevede la stipula di un
piano
assicurativo fornito da una Health
Medical Organization o di una Preferred Provider
Organizations (strutture di cui si
dirà più avanti), che sarà sostenuto congiuntamente dal
6
Sulla struttura e il funzionamento
dei programmi Medicare e Medicaid si v. G.M.Turner ,
Come
funziona la sanità americana, IBL-
Istituto Bruno Leoni, n. 45, 2007
7
L'assicurazione ospedaliera
rappresenta il fulcro del programma Medicare è analoga a
un sistema di
assicurazione sociale ispirato al
principio della solidarietà tra generazioni, in ragione
del quale i lavoratori
occupati versano i contributi in
modo da maturare il diritto a ricevere, una volta
raggiunti i limiti di età stabiliti
dall'ordinamento, i servizi
sanitari di cui avranno bisogno, v. M.E. Maccarini,
L'assitenza sanitaria negli Stati
Uniti d'America, Quaderno n. 2,
Consorzio Pavese per Studi post universitari, Pavia
1994, pp. 79 ss.
8
Queste polizze sono denominate
medicaps, perchè espressamente finalizzate a «colmare il
divario
esistente tra i livelli di
assistenza offerti dal programma e i bisogni degli
assistiti» del programma di base
(Original Medicare), così R.
Casella, cit., p. 37
4
paziente, attraverso il pagamento
di un premio aggiuntivo rispetto a quello previsto per
il
Medicare Supplement Insurance, e da
Medicare che si accolla il pagamento di un contributo
su base mensile.
I piani Medicare Advantage
prevedono la copertura per l'acquisto di medicinali che,
peraltro,
può essere ottenuta dagli assistiti
anche associandosi a piani assicurativi ad hoc, i
Medicare
Prescription Drug Plans, di
carattere privato, dedicati all'assistenza farmaceutica
e approvati
da Medicare9.
Con il programma Medicaid viene,
invece, garantita l’assistenza sanitaria dei cittadini
che non
raggiungono una soglia minima di
reddito e vengono dunque considerati indigenti. Tra i
destinatari del programma si
registrano anche le donne in gravidanza e le famiglie
con
bambini, che possono usufruire dei
servizi erogati per le fasi del parto, le cure neonatali
e
della prima infanzia. Parte del
programma sono anche le persone affette da disabilità
fisiche e
mentali. Di rilievo è il ruolo
svolto da Medicaid con riferimento agli anziani
ultrasessantacinquenni che,
soprattutto per quanto riguarda le degenze e i servizi
assistenziali
di lungo termine, non possono
godere delle prestazioni del Medicare.
Come anticipato, la gestione del
programma è competenza degli Stati, che si occupano di
amministrare i fondi ad hoc,
erogati dalla federazione, che sovvenzionano
l’assistenza
sanitaria presso le stesse
strutture e i professionisti attivi nel panorama
dell'assistenza
sanitaria. Il governo federale
contribuisce dunque al sostegno finanziario del
programma e
determina i criteri generali di
eleggibilità e la tipologia delle prestazioni erogabili
nell'ambito
del servizio Medicaid, mentre alle
istituzioni statali sono riservati i profili di gestione
concreta.
Al pari di quanto visto con
riguardo a Medicare, il sistema Medicaid prevede il
rimborso delle
spese sostenute e delle prestazioni
erogate dalle strutture convenzionate a favore degli
assistiti; le tariffe e i tassi di
rimborso possono variare in relazione al territorio di
riferimento,
a causa dei differenti regimi
convenzionali determinati dalle amministrazioni degli
Stati con
le Managed Care Organizations, di
cui si dirà più avanti10. In realtà, bisogna tenere
conto del
fatto che gli onorari previsti dal
piano Medicaid sono piuttosto modesti così, di
conseguenza,
molte delle strutture sanitarie
presenti sul mercato negano la disponibilità a fornire
le
9
Si v. in proposito Medicare
Prescription Drug Coverage (Part D), in Medicare.gov –
The official
government site for Medicare, in
www.medicare.gov; si v. anche la pubblicazione annuale
del Centers for
Medicare and
Medicaid Services, National Medicare Handbook, CMS,
2010, reperibile al sito
www.medicare.gov/publications
10
V. R. Casella, cit., p. 38
5 www.federalismi.it
prestazioni previste in regime
convenzionale. Ciò costringe le persone rientranti nel
programma a rivolgersi in gran
parte ai pronto soccorso degli ospedali, tenuti per
legge a
fornire le cure mediche di
intervento immediato, salvo poi dimettere l’utente, se
sprovvisto di
polizza assicurativa, non appena lo
stesso abbia acquisito le funzioni vitali11.
In aggiunta a Medicare e Medicaid,
tra i programmi pubblici di assistenza sanitaria si
segnala
lo State Children’s Health
Insurance Program (c.d. SCHIP, con circa 7 milioni di
assistiti),
dedicato ai bambini delle famiglie
che non possono permettersi un’assicurazione privata, ma
non così povere da essere
riconosciute formalmente tali e, quindi, godere dei
servizi gratuiti
del Medicaid.
Compiendo un'operazione di sintesi
estrema, è possibile riassumere gli aspetti
caratterizzanti
del sistema sanitario statunitense
dagli anni Sessanta a oggi in due punti essenziali: in
primo
luogo si registra una sostanziale
compressione dell'apparato di fattispecie giuridiche
soggettive riconducibili alla
tradizione dello Stato sociale, cui corrisponde il
privilegio
riservato alla tutela degli
(ingenti) interessi economici delle grandi assicurazioni
private.
Sono dunque le esigenze dei
protagonisti del lucroso settore assicurativo che
ostacolano e
rendono vane le possibilità di
revisione di un modello che per decenni resta
sbilanciato a
favore dei poteri economicamente
forti, a scapito delle classi disagiate.
Il panorama di assistenza sanitaria
statunitense è infatti contraddistinto da un dominio
pressoché egemone
dell'imprenditoria assicurativa che offre, a caro
prezzo, la proposta
migliore dal punto di vista
qualitativo. Minima è, d'altra parte, la presenza nel
settore
dell'attore pubblico che – come si
è detto - si rivolge esclusivamente ai soggetti più
deboli e ai
privi di mezzi.
D'altronde l'assenza – per molto
tempo - di un intervento di riforma organica ha
contribuito
ad affermare la prevalenza del
settore privato sia per quanto riguarda il profilo del
finanziamento - garantito tramite
il sistema delle assicurazioni, sia dal punto di vista
dell'offerta e della produzione dei
servizi. Gli operatori assicurativi pubblici, sostenuti
economicamente dall'amministrazione
federale, risultano relegati a un ruolo subordinato.
11
G. Gumirato, I pregi e difetti del
nostro Ssn per consigliare meglio Barack,
IlSole24Ore-sanità, n. 11,
2009; secondo i dati pubblicati
dall' U.S. Census Bureau, nel 2008, prima
dell'intervento della riforma Obama, la
soglia di povertà era identificata
nel percepimento di 10.991 dollari all'anno per un
singolo individuo e 17.163
dollari per una famiglia composta
da tre persone, il tasso di povertà registrato nello
stesso anno era del 13,2 per
cento, pari a 39, 8 milioni di
cittadini, v. U.S. Census Bureau, Income, Poverty and
Health Insurance Coverage
in the United States: 2008,
reperibile al sito www.census.gov ; per una prospettiva
aggiornata al 2011 dei dati sul
poverty rate
negli Stati Uniti, v. U.S. Census Bureau, Statistical
Abstract of the United States, Income,
Expenditures,
Poverty and Wealth, reperibile al sito www.census.gov
6
La configurazione spiccatamente
asimmetrica della rete assistenziale comporta come
risultato
principale la sostanziale
discriminazione di una larga fascia di popolazione, di
cui fanno parte
i cittadini che, pur non essendo
tanto poveri da rientrare nel programma pubblico di
assistenza
sanitaria per indigenti, non
percepiscono – d'altra parte - un reddito sufficiente a
consentire
l'acquisto di una polizza di
assicurazione privata12.
Paradossalmente, dunque, a subire
maggiormente gli svantaggi del sistema sanitario
statunitense non sono i più poveri
bensì i soggetti che, pur non rispondendo ai requisiti
di
indigenza necessari ai fini
dell'applicazione degli strumenti di assistenza di
matrice
kennediana, non possiedono mezzi
sufficienti a sostenere l'acquisto delle costose polizze
assicurative private.
Da ciò si produce la frattura
prospettica tra il vecchio e il nuovo continente: da una
parte vi è
la concezione europea di un diritto
alla salute considerato come pilastro dell'architettura
delle
prerogative individuali
fondamentali, la cui garanzia è considerata oggetto di
tutela
imprescindibile in uno Stato
costituzionale liberale e sociale. D'altro lato,
l'assistenza sanitaria
viene concepita come un benefit,
accessibile agli individui in ragione della propria
condizione
sociale, ovvero riconosciuto in
funzione di uno status quale – per esempio – quello di
lavoratore dipendente nell'ambito
di una struttura che prevede la copertura assicurativa
come
forma di retribuzione
complementare13.
L'assistenza sanitaria diventa
dunque un privilegio.
I servizi sanitari, erogati in
massima parte da privati, vengono infatti offerti dai
datori di
lavoro come fringe benefits ai
dipendenti14, che – per usufruirne - sono tenuti a
iscriversi a
una Health
Maintenance Organization (HMO). Si tratta di
organizzazioni di sicurezza sociale,
istituite negli anni Settanta dal
governo federale, allo scopo di razionalizzare la spesa
sanitaria, grazie all'intervento di
incentivi di mercato15. Alle HMO aderiscono un
determinato
numero di medici di base,
specialisti e cliniche private che erogano agli utenti
iscritti
prestazioni di assistenza sanitaria
in virtù di piani personali predefiniti a seconda della
polizza
12
V. M. Bartoloni, Metà USA con
l'incubo di cure, Il Sole 24 ore-sanità, n. 34, 2008
13
V. E. Iorio, La riforma sanitaria
di Barack Obama, in www.federalismi.it, 9 settembre 2009
14
Gran parte dei cittadini
statunitensi titolari di una assicurazione sanitaria
privata sono parte di modelli
assicurativi finanziati dai datori
di lavoro (employer-sponsored program) in cui questi si
fanno carico circa
dell'80 per cento dei premi
corrisposti alle compagnie di assicurazione.
15
v. Health Maintenance Organization
Act, approvato dal Congresso degli Stati Uniti nel 1973,
si v. in
proposito J.L.
Dorsey, The Health Manteinance Organization Act 1973
(P.L. 93-222) and Prepaid Group
Practice Plans,
in Medicare Care, n. 1, 1975, pp. 1 ss
7 www.federalismi.it
stipulata16. Le HMO nacquero
dall'esigenza di rispondere ai problemi causati, nel
corso degli
anni Settanta e Ottanta del
Novecento, dall'aumento esponenziale dei costi della
sanità che
spinsero le imprese ad abbandonare
il modello di assistenza sanitaria fino ad allora
prevalente.
Tale sistema prevede il pagamento
diretto della prestazione e il rimborso da parte
dell'assicurazione a fronte della
presentazione della documentazione attestante le spese
sostenute e favoriva la libertà di
scelta del paziente, che può scegliere la struttura o il
professionista cui rivolgersi senza
incontrare impedimenti o vincoli determinati dalla
necessità di contenere i costi. Il
modello si caratterizza per l'esistenza di strutture
assicurative
no-profit, le Blue Cross and Blue
Shield Organizations17 e le imprese che operano nel
settore a
scopo di lucro.
L'adesione a una HMO prevede il
pagamento di una quota cui consegue il diritto a
usufruire
di prestazioni contenute in piani
sanitari predefiniti, che obbligano gli assicurati ad
avvalersi
dei servizi delle cliniche o dei
medici che appartengono alla rete di contatti della
compagnia
di riferimento. La scelta dei
professionisti cui rivolgersi per ricevere le
prestazioni previste dai
piani assicurativi è riservata ai
responsabili delle diverse HMO, che maturano l'opzione
sulla
base di criteri di convenienza
economica.
Il sistema delle HMO si evolve,
integrandosi in un modello di gestione sanitaria basato
sulla
previsione di forme assicurative
funzionali a promuovere la competizione tra i piani di
assistenza presenti sul mercato,
grazie all'offerta di servizi prepagati18. Le HMO sono
considerate le prime forme di
Managed Care Organizations, ovvero apparati di carattere
assicurativo di proprietà di
privati o delle Blue Cross and Blue Shield Organizations
che
applicano un sistema integrato di
finanziamento ed erogazione delle cure che prevede il
coinvolgimento attivo degli
operatori delle assicurazioni, delle strutture
ospedaliere, dei
medici e degli stessi assicurati,
chiamati a interagire e collaborate uno con l'altro19.
Tra le
16
A. Pezzi, C'era una volta la buona
sanità Usa, IlSole24Ore, 22 agosto 2009
17
Si tratta delle cosiddette «Blues»,
organizzazioni nate con scopi mutualistici durante
l'epoca della
grande depressione che si diffusero
sul territorio nazionale negli anni successivi fornendo
alle imprese private e
alle istituzioni piani assicurativi
gestiti a livello statale, senza scopo di lucro, che
consentono l'accesso alle cure
sanitarie. In particolare, la Blue
Cross si occupa di garantire la copertura delle spese di
ricovero a fronte di un
pagamento preventivo; medesimo
meccanismo per Blue Shield, che però si occupano più in
generale delle spese
mediche, v. G. Maciocco, Politica,
salute e sistemi sanitari. La riforma dei sistemi
sanitari nell'era della
globalizzazione, Il Pensiero
Scientifico Editore, Roma 2008, pp. 12 ss.
18
Così R. Casella,
cit., p. 33, cfr. A. Enthoven, The History and
Principles of Managed Competition, in
Health Affairs,
n. 12, 1993, supplement 1, pp. 24 ss
19
Si registra anche la presenza di
MCO indipendenti, sistemi gestiti da una manager care
firm di proprietà
solitamente dei principali
acquirenti dei servizi da esse offerti, vale a dire
ospedali, associazioni mediche
8
Managed Cared Organizations si
riconoscono anche le Preferred Provider Organizations
(PPO), caratterizzate da una forte
flessibilità data da una forma di contrattualizzazione
particolarmente selettiva tra gli
assicuratori e chi è chiamato a prestare le cure20. I
professionisti inseriti nei piani
assicurativi dei PPO non sono obbligati a lavorare in
esclusiva
per la compagnia ma sono tenuti ad
applicare agli assicurati tariffe inferiori a quelle di
mercato, concordate con
l'assicurazione di riferimento.
Si registrano poi le Indipendent
Practice Associations (IPA), costituite su iniziativa di
professionisti che – pur fornendo
prestazioni per una o più HMO – conservano la propria
indipendenza. Ancora, vi sono i
Points of Services (POS) programmi che consentono
all'assicurato l'opportunità di
scegliere un referente interno al network di riferimento
della
struttura, cui si farà ricorso in
caso di necessità, fatta salva la facoltà di consultare
specialisti
esterni, a fronte di una
compartecipazione alla spesa stabilita secondo parametri
di
progressività.
Una nuova forma assicurativa fu
istituita all'inizio degli anni Duemila: si tratta
dell'Health
Savings Account (HSA), un fondo
bancario dedicato alle spese sanitarie finanziato da
quote
annuali versate dagli assicurati
che, in caso di malattia, consente di affrontare le
spese
mediche21.
Si può parlare di una sorta di
sistema assicurativo diretto22, vicino - per sommi capi
– al
sistema di «casse mutue» vigente in
Italia prima che intervenisse la riforma sanitaria
istitutiva
del Servizio sanitario nazionale23.
Da noi, similmente a quanto accade nel modello sanitario
statunitense prima della riforma
del 2010, le Casse mutue fornivano prestazioni
assistenziali
differenziate in base alla
categoria di lavoratori iscritti, servendosi di medici o
strutture
private di fiducia, a fronte di un
corrispettivo di carattere contributivo, collegato
all’attività
esercitata dagli assicurati.
Valgono, a questo proposito, gli esempi dell'INAM, che
erogava
servizi riservati ai dipendenti di
aziende private, e dell'ENPAS, rivolta agli impiegati
nelle
strutture pubbliche.
20
Le PPO rappresentano oggi la forma
più diffusa tra le assicurazioni previste come fringe
benefit dai
datori di lavoro negli Stati Uniti.
21
Nell'ipotesi in cui le spese
risultino eccedenti rispetto al fondo, l'assistito
risponde personalmente ai
costi ulteriori, ove invece il
conto non venga utilizzato, ovvero sia utilizzato solo
in parte, le somme versate
tornano nella disponibilità degli
assicurati al compimento del sessantacinquesimo anno di
età ed eventualmente
può essere convertito in un fondo
pensione, v. Medicare Prescription Drug, Improvement and
Modernization
Act, 2003
22
Così M. Iorio, cit.
23
v. legge n. 833, 1978
9 www.federalismi.it
Da quanto sopra (pur brevemente)
illustrato si evince come il modello di sanità
statunitense
per molto tempo ha previsto una
garanzia assistenziale direttamente proporzionale alla
ricchezza goduta dal privato
cittadino. Banalmente: a una maggiore disponibilità
economica
fa fronte – proporzionalmente – un
migliore livello quantitativo (dal punto di vista delle
patologie coperte da assicurazione)
e qualitativo (dal punto di vista del grado di servizi
prestati) dell'assistenza
sanitaria.
La maggior parte degli operatori
del settore delle assicurazioni sanitarie è ormai
rappresentata
da imprese commerciali, con fini di
lucro, che oltre a svolgere il ruolo propriamente
assicurativo sono responsabili
dell'erogazione dei servizi ai propri assistiti. La
netta
preminenza della componente privata
del mercato assicurativo favorisce le potenzialità di
guadagno per i fornitori del
servizio, determinando un aumento delle tariffe delle
polizze
proposte ai singoli e alle imprese.
In ragione di tale aumento dei costi, molte aziende -
specialmente le realtà di
dimensioni medio piccole - sono costrette a eliminare il
benefit
dell'assicurazione sanitaria,
oppure ad adottare soluzioni che prevedono una
partecipazione
anche sostanziale del dipendente
all'acquisto della polizza o, ancora, a prevedere un
minor
livello di copertura assistenziale,
dovuto a franchigie particolarmente elevate con
conseguenze
negative in ordine
all'accessibilità e alla qualità delle cure24
Per chi non guadagna abbastanza da
concedersi il lusso di una polizza sanitaria e – d'altra
parte – non presenta un reddito
tanto basso da avere accesso al Medicaid non resta che
investire sulla prevenzione e
sperare di rimanere in buona salute.
3. Il progetto di riforma del
sistema sanitario di Barack Obama
Questo è lo status quo al momento
della discesa in campo di Barack Obama che già durante
la
campagna elettorale per le primarie
del Partito Democratico, indica la riforma sanitaria tra
le
priorità programmatiche. Obama
conosce bene il problema, ha un'esperienza diretta con
le
defaillances del sistema sanitario,
dal momento che sua madre è morta di cancro a
cinquantatre anni, anche a causa
dell'inadeguatezza delle cure mediche prestate.
L'intenzione originaria di Obama è
di avvicinarsi al modello europeo di tutela pubblica
della
salute, attraverso la
determinazione di un sistema pubblico capace di
assicurare uno schema di
assistenza sanitaria uniforme e
universale. Per questa ragione, durante la campagna
elettorale,
viene accusato di comunismo dagli
avversari politici. Il tema della sanità è estremamente
delicato e si è rivelato in passato
un vero e proprio tallone di Achille per chi ne ha fatto
una
24
v. R. Casella,
cit., p. 40; cfr. Th. Lee, K. Zapert, Do high-deductible
health plans threaten quality of
care?, in New
England Journal of Medicine, 353, 2005, pp. 1202 ss.
10
bandiera politica. Oltre agli
esempi già menzionati di Theodore e Francis Roosvelt, si
pensi
all'esperienza di Bill Clinton, tra
i più popolari presidenti democratici, che nel 1993
presentò
un progetto di riforma sanitaria
(disegnato dall'attuale Segretario di Stato Hilary
Rodham
Clinton)25, destinato a rivelarsi
un fallimento, con gravi ricadute sul gradimento
dell'amministrazione.
Il progetto del candidato Obama si
pone in netta contrapposizione rispetto alla posizione
espressa dall'avversario
repubblicano, John McCain, che aspirava a un modello di
sanità
basato esclusivamente sulle regole
del mercato26.
Si peccherebbe di superficialità e
ingenuità se si credesse che la volontà obamiana di
cambiare il sistema sanitario USA
fosse riconducibile solamente a un'aspirazione
ideologica
di giustizia sociale.
In realtà, Obama ritiene la riforma
una necessità imprescindibile per l'economia americana,
gravata dal peso dei costi
dell'assistenza sanitaria che, paradossalmente, risulta
tra i più alti
nel mondo27. In realtà, agli
obiettivi ideologici e di natura sociopolitica, si
associa l'urgenza
molto concreta di una
razionalizzazione dei costi, da realizzarsi per mezzo di
un intervento di
profondo cambiamento strutturale28.
La posizione di partenza, favorevole alla costituzione
di
un vero e proprio sistema sanitario
pubblico, si attenua dunque orientandosi verso
l'inserimento nel sistema di nuovi
attori (quali le cooperative no profit) che dovrebbero
arricchire il mercato della sanità,
fornendo una importante alternativa per i milioni di
americani esclusi dalle forme di
copertura presenti.
Il programma del futuro Presidente
contempla l'obbligo per i datori di lavoro di assicurare
i
propri dipendenti;
l'imprescindibilità della copertura assicurativa dei
minori; l'ampliamento
della eleggibilità per Medicaid,
finalizzata a garantire l'assistenza sanitaria a un più
ampio
25
v. R. Casella, Modelli di
organizzazione sanitaria: le esperienze della Francia e
degli Stati Uniti, in
AA.VV., Contenimento della spesa
pubblica ed efficienza dell'amministrazione nella crisi
dello Stato sociale: il
caso della sanità, Pacini Editore,
Pisa 1997, pp. 218 ss.; R.M. Monaco, La riforma del
sistema sanitario degli
Stati Uniti: cause, confronti e
conseguenze, in Studi e informazioni, n. 2, 1994, pp. 7
ss.
26
v. S.R. Collins,
J.L. Nicholson, S.D. Rustgi, K. Davis, The 2008
Presidential Candidates' Health
Reform
Proposals: Choices for America, The Commonwealth Fund,
October 2008; L. Bailey, Obama and
McCain on Health
Care Reform, in Business and Economic Review,
October-Decembre 2008, p. 25
27
Nel 2007, infatti, si sono
registrati costi per 6.096 USD (nel 2009: circa 8.000
USD) per ogni
statunitense, contro 3.171, 2.414 e
2.293 dollari spesi ogni anno, rispettivamente, in
Germania, in Italia e in
Giappone per i loro cittadini, v.
P. Greco, Sanità USA che disastro, L’Unità, 12 settembre
2007, ben ripreso da
Mingardi A., Sorpresa, anche
l’America ha uno stato sociale (sanità inclusa), in IBL-
Istituto Bruno Leoni, idee
per il libero mercato, 2007
28
G. Doria , L’insediamento di Barack
Obama. Brevi note a caldo a margine dell’Inaugural
Address del
20 gennaio, in www.federalismi.it,
n. 1, 2009.
11www.federalismi.it
numero di poveri; la costituzione
di un nuovo sistema di assistenza pubblica (New National
Health Plan), indirizzato a coloro
i quali – non usufruendo di polizze amministrative da
parte
dei datori di lavoro – non
rispondano ai requisiti necessari per essere ricompresi
nei piani
Medicaid. La istituzione di un
organismo con il compito di regolamentare il panorama
delle
assicurazioni private, allo scopo
di impedire discriminazioni o esclusioni basate sulle
condizioni di salute degli
assicurati29.
E' evidente che l'idea di base del
candidato Obama si è ridimensionata significativamente e
non corrisponde, se non a grandi
linee, al piano predisposto dal Presidente Obama.
Il sistema sanitario americano
(nella versione precedente alla riforma Obama) è stato
definito,
con sintesi eloquente,
insufficiente, costoso, ingiusto e paradossale30. In
primo luogo, l'assetto
tradizionale dell'assistenza
sanitaria USA, si rivela inadatto ad assicurare benefici
reali in
favore degli assistiti, come
dimostra il dato che indica come la vita media del del
cittadino
statunitense, pari a 75 anni nel
2007 e a 77 anni oggi, sia inferiore di quelle garantite
dai
sistemi sanitari dei maggiori paesi
industriali (77 anni nel 2007; 83 anni oggi). Il modello
non
si dimostra nemmeno vantaggioso dal
punto di vista economico, dal momento che i costi
dell'assistenza gravano in misura
consistente sui cittadini, sottoposti a prelievo
erariale31.
Peraltro, a fronte degli elevati
costi sostenuti dal Governo federale, come si è avuto
modo di
osservare, il sistema lasciava
scoperta una larga fascia di popolazione, pari a più di
quarantasei milioni di cittadini
che, non rientrando nelle categorie protette (indigenti,
anziani
o disabili), per poter godere
dell'assistenza sanitaria doveva ricorrere a risorse
proprie, non
sempre disponibili.
La situazione del sistema sanitario
statunitense assume i contorni dell'assurdo nel momento
in
cui si considera che i deficit
sopra descritti si inseriscono nel contesto di una
realtà che
presenta la migliore ricerca
scientifica al mondo, di cui però usufruiscono quasi
esclusivamente i servizi a
pagamento, disponibili attraverso il canale assicurativo
privato.
29
Sugli aspetti caratterizzanti il
piano sanitario proposto dal ticket presidenziale
Obama-Biden durante la
campagna
elettorale si v. Barack Obama and Joe Biden'sPlan to
Lower Health Care Costs and Ensure
Affordable
Accessible Health Coverage for All, reperibile al sito
http://courses.ischool.berkeley.edu/i202/f08/lectures/Obama_Healthcare-1.pdf
30
Greco P., op. cit., che in
proposito mette in risalto i 75 anni medi del cittadino
Usa, contro i 79 e i 78
raggiunti in Giappone e in Italia.
L’Autore, nella sua ricerca (2007), mette in rilievo
anche le differenze
di disponibilità di posti letto
della spedalità complessiva: 33/1000 negli Usa, contro
49/1000 in Italia, 75/1000 in
Francia, 84/1000 in Germania e
129/1000 in Giappone.
31
Si stima che ogni contribuente
americano abbia sopportato, nel 2007, un onere fiscale
pari a 2.725 USD
annui per persona potenzialmente
assistita, nel 2007 venivano contabilizzati (in dollari
americani) per persona
assistibile: 2.440 in Germania;
2.382 in Francia; 2.215 in Canada; 2.209 in Gran
Bretagna; 1.864 in Giappone e
1.812 in Italia, v. P. Greco, op.
cit.
12
Obama, si è detto, vorrebbe
cambiare le cose, introducendo il principio
dell'universalità delle
prestazioni, che dovrebbero essere
disponibili per tutti gli americani, a prescindere dal
reddito
e dal luogo di residenza. Si tratta
di un obiettivo di portata epocale e molto dispendioso,
da
realizzare facendo gravare una
parte significativa degli oneri dell’universalità
dell’assistenza
ai cittadini americani con un
reddito annuo maggiore ai 350 mila dollari, in alcuni
casi
elevabile fino a un milione.
Dal punto di vista dei contenuti,
il programma si struttura sulla base di alcuni obiettivi
ambiziosi: in primo luogo si
intende favorire l'esercizio della libera scelta del
cittadino, cui
viene riconosciuto il diritto di
scegliere tra la gamma di opzioni fornite
dall'intervento
pubblico. Indispensabile si rivela
poi una significativa razionalizzazione dei costi, da
operare
attraverso un ridimensionamento
degli oneri burocratici, l'eliminazione degli sprechi e
una
rigorosa sanzione delle frodi; in
particolare si intende abolire gli ostacoli di ordine
amministrativo che ritardano o
impediscono la determinazione e l'erogazione dei
rimborsi. Si
vuole evitare che le famiglie
compromettano la propria stabilità economica nel caso in
cui una
patologia grave o una malattia
cronica renda necessario il ricorso a cure costose; si
aspira
infatti a poter offrire a ogni
americano la garanzia di poter affrontare i costi
relativi alla
copertura assicurativa sanitaria, a
prescindere dal proprio status lavorativo e di poter
continuare a godere delle
condizioni di copertura godute, anche di fronte
all'aggravarsi del
proprio stato di salute. Di rilievo
si ritiene il focus rivolto alla promozione della
prevenzione e
all'investimento in campagne di
sensibilizzazione e sostegno di uno stile di vita
salutare, che
porterebbe a una riduzione
dell'insorgenza di numerose patologie e a un conseguente
calo dei
costi assistenziali a carico della
società.
Al fine di realizzare le finalità
qui sopra illustrate, migliorando il sistema delle
garanzie degli
utenti e la qualità
dell'assistenza, si prevede l'istituzione di un piano
sanitario individuale,
sulla base del quale realizzare un
aggiornamento periodico delle prestazioni, in ragione
dell'avanzamento tecnologico e
metodologico ottenuto nei diversi settori della
medicina.
In sostanza, il Presidente Obama
aspira a creare un sistema che garantisca la tutela
universale
della salute, migliorando la
qualità delle prestazioni e l’efficienza del sistema,
anche dal punto
di vista economico.
Per realizzare tutto ciò si prevede
un impegno finanziario, a carico del sistema federale
(fondo
di riserva), di 630 miliardi di
dollari spalmati in un decennio. Tale importo, pur tanto
ingente,
non è sufficiente a coprire
integralmente i relativi costi di riforma. E' dunque, da
subito,
nell'ordine delle cose che per
realizzare il piano di riforma sanitaria si dovrà
ricorrere a un
13www.federalismi.it
successivo maggiore impegno
finanziario, non escludendo un analogo intervento di
finanziamento a carico delle
economie dei vari Stati.
4. Health Care
and Reconciliation Act, 2010
Il progetto di riforma sanitaria
elaborato dal presidente Obama non ha trovato una calda
accoglienza negli ambienti politici
statunitensi e nemmeno nell'opinione pubblica:
d'altronde,
per molti americani, vale ancora
l'equazione, sanità pubblica = socialismo32.
Il 16 settembre 2009, il presidente
della commissione finanze del Senato, il democratico Max
Baucus, presenta un progetto di
legge orientato a estendere la copertura assicurativa,
determinando nel contempo una
compressione del deficit federale. Nello specifico,
oggetto
della proposta normativa è un
ampliamento della eleggibilità a Medicaid; l'imposizione
di
un'aspra sanzione pecuniaria nei
confronti delle imprese che non assicurino i propri
dipendenti; il divieto per le
compagnie assicurative di rifiutare la sottoscrizione di
una polizza
a chi abbia in passato sofferto di
determinate patologie; l'inserimento nel sistema
sanitario di
cooperative no profit capaci di
concorrere sul mercato con gli operatori privati e con
l'assicurazione pubblica (public
option) perorata da Obama.
Le fonti di finanziamento del
progetto sono individuate nel prelievo erariale
applicato alle
imprese assicurative private; ai
costruttori di strumentazione medica, alle industrie
farmaceutiche e alle principali
cliniche private.
Il testo subisce un iter
parlamentare travagliato e viene infine approvato il 30
marzo 2010 con
la denominazione
«Health Care and Education Reconciliation Act 2010».
Tra gli emendamenti più
significativi si segnala la sostituzione della public
option con
strumenti idonei a garantire
l'assistenza sanitaria alle classi medio basse anche in
assenza di
una struttura assicurativa
pubblica.
Il percorso della legge mostra la
ferrea determinazione del Presidente, che si dimostra
disponibile al
compromesso volto al bilanciamento
dell'interesse collettivo con le esigenze
imprenditoriali.
Il provvedimento normativo frutto
di questa operazione di bilanciamento di interessi
interviene innanzitutto sulla
dimensione strutturale del sistema sanitario,
determinando la
32
Obama si dichiara ripetutamente
favorevole alla creazione di un sistema pubblico di
assistenza sanitaria,
che giudica necessario a garantire
una copertura sanitaria a chi non possa permettersi di
aderire a una delle
costose opzioni presentate dal
panorama commerciale. In questo trova l'appoggio della
House of Representative,
che nella persona della Speaker
Nancy Pelosi si esprime positivamente in merito alla
costituzione di un polo
pubblico, capace di esercitare sul
mercato - attraverso una società assicurativa ad hoc –
un ruolo attivo sul piano
concorrenziale nei confronti dei
privati. Secondo l'opposizione repubblicana tale
soluzione non è accettabile,
perché risponde a un modello
ideologico di matrice socialista, v. R. Casella, cit.,
p, 45
14
creazione di un modello non più
basato esclusivamente sulle assicurazioni private,
idoneo a
garantire la tutela della salute di
tutte le fasce di età e di reddito, pur senza la
creazione di un
polo pubblico istituzionalizzato,
inserito nel mercato in contrapposizione alle grandi
compagnie di assicurazioni. Il
cambiamento della struttura del sistema è promosso
attraverso
il coinvolgimento delle cooperative
no profit, che saranno inizialmente sostenute da
sovvenzioni pubbliche al fine di
rendere il sistema più accessibile dal punto di vista
economico.
5. Primo bilancio della riforma
Obama. Quale futuro per il sistema sanitario USA?
Il Presidente Obama ha creduto
nella riforma e ha investito moltissimo su questo punto
dell'agenda politica, mettendo in
gioco i suoi crediti di popolarità e rischiando tanto.
La riforma comporta l'estensione
dei servizi sanitari a trentadue milioni di statunitensi
grazie
all'allargamento del raggio di
azione dei programmi di salute pubblica (Medicare,
finora
limitato ai cittadini con reddito
al di sotto della soglia dell'indigenza) e grazie ai
sussidi alle
famiglie che non possono acquistare
polizze assicurative private. Tra i risultati più
significativi vi è il divieto
assoluto imposto alle compagnie assicurative di
rifiutare le polizze
ai bambini o agli adulti con
malattie congenite. Vietata anche la revoca delle
polizze ai già
assicurati in ragione
dell'insorgere di patologie rare o gravi, che rendono
necessarie cure
dispendiose. Alle compagnie
assicurative è altresì impedito di rifiutare le polizze
a bambini o
adulti con malattie congenite, né è
consentito revocare le polizze ai già assicurati.
Grazie a questa riforma il
novantacinque dei quasi 300 milioni di cittadini
americani potrà
disporre di una copertura
sanitaria. Diventa, di fatto, obbligatorio per ogni
individuo
acquistare una copertura sanitaria,
pena una sanzione di circa settecentocinquanta dollari
oppure, del due per cento dei
redditi. Le aziende con più di cinquanta dipendenti sono
tenute
a contribuire alla spesa sanitaria
dei propri impiegati, nel caso in cui questa sia a
carico dei
contribuenti e le stesse aziende
sono soggette a una imposta annuale, destinata al
finanziamento del sistema
assistenziale.
Si tratta di cambiamenti davvero
significativi per la concezione tradizionale di un
sistema
sanitario che conserva tuttavia il
carattere distintivo dato dalla prevalenza nel sistema
di
operatori privati. La presenza di
una struttura assicurativa pubblica, tanto auspicata da
Obama
ed esclusa dal testo definitivo
della riforma in ragione di forti pressioni trasversali,
avrebbe
15www.federalismi.it
potuto innescare un virtuoso
circuito concorrenziale che avrebbe con tutta
probabilità favorito
una diminuzione dei prezzi delle
polizze33. Si tratta forse di un'occasione perduta.
Il costo per il bilancio statale di
tutto ciò è naturalmente oneroso e, come anticipato,
viene
finanziato in parte con i tagli a
Medicaid e in parte con nuove tasse ad hoc, tra cui si
segnalano quella gravante sulle
coperture assicurative che superano i ventitremila
dollari per
una famiglia di quattro persone e
per le coppie con un reddito superiore ai
duecentocinquantamila dollari
l'anno. Si prevede anche una tassa sugli investimenti
pari al
3,5%, a carico delle coppie con un
reddito superiore ai duecentocinquantamila dollari
l'anno.
Il commento di Barack Obama, di
fronte alla approvazione della riforma da parte di
entrambe
le Camere del Congresso è stato
eloquente: «Abbiamo dimostrato che siamo ancora un
popolo
capace di fare grandi cose», ha
commentato il presidente dalla Casa Bianca.
Ora si tratta di passare ai fatti e
affrontare sul campo i poteri forti che per decenni
hanno
regnato incontrastati nel fruttuoso
mercato dell'assistenza sanitaria: i giganti delle
assicurazioni.
I primi problemi giungono però da
una voce istituzionale: un giudice federale della
Florida,
Roger Vinson, ha dichiarato
l'incostituzionalità dell'intera riforma sanitaria che
contrasterebbe
con i principi dei Padri fondatori,
obbligando gli individui a stipulare polizze
assicurative.
L'ultima parola spetta alla Corte
Suprema: sarà the least dangerous branch a decretare se
la
revisione del sistema voluta dal
presidente del cambiamento è coerente non l'architettura
della Costituzione del 1789 o se è
un azzardo che può andar bene per quegli stravaganti
degli
europei, ma che sarebbe
destabilizzante per la solidità del gigante
statunitense.
33
Si v. R. Casella, cit., p. 50 «La
mancata istituzione di un'assicurazione sanitaria
pubblica alternativa a
quella privata (…) impedisce
l'avvio di un originale e dinamico processo di
riequilibrio del sistema, ma
contribuisce anche a rendere meno
efficace l'azione delle previste Health Insurance
Exchanges nella
contrattazione e nell'acquisto dei
contratti assicurativi di base»
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