I Guido Scorza
l 12 luglio i Giudici italiani
riserveranno al decreto Bondi lo stesso trattamento?
Con una sentenza dello scorso 17
giugno, il Consiglio di Stato francese, accogliendo la
domanda in tal senso proposta da numerose società ed
associazioni francesi tra le quali Motorola,
Sony-Ericsson, Packard BeIl, Nokia, Canal + e molte
altre, ha dichiarato illegittima la disciplina in
materia di equo compenso per copia privata di recente
introdotta in Francia.
I supremi giudici amministrativi
francesi hanno posto a fondamento della loro decisione
un ragionamento analogo a quello già fatto proprio dalla
Corte di Giustizia dell’Unione Europea nella Sentenza
dello scorso 21 ottobre 2010 nella causa Padawan SL
(C-467/08) in risposta ad una questione pregiudiziale
proposta dall’Audiencia Provincial de Barcelona: il
diritto all’equo compenso deve essere per presupposto
un’effettiva destinazione tecnica e commerciale del
supporto e del dispositivo in relazione al quale viene
richiesto all’effettuazione di una copia privata non
essendo sufficiente la semplice astratta idoneità
tecnica a tale forma di utilizzo.
Secondo il Consiglio di Stato
francese, la disciplina attualmente in vigore in Francia
– così come correttamente dedotto dai ricorrenti – non
avrebbe per presupposto tale necessario collegamento e
finirebbe, pertanto, per imporre il pagamento del
compenso in relazione a supporti e dispositivi privi di
un’effettiva destinazione alla realizzazione di copie
private in maniera, evidentemente, illegittima.
La decisione francese è
particolarmente importante giacché nelle prossime
settimane [12 luglio, n.d.r.] il nostri Giudici
amministrativi saranno chiamati a pronunciarsi su
un’analoga domanda proposta, in gran parte dagli stessi
soggetti che hanno agito in Francia nonché da alcune
associazioni di consumatori.
Stante la sostanziale identità
della disciplina francese e di quella italiana – almeno
in relazione alla questione controversa – e delle
censure mosse in Francia e in Italia [n.d.r. dove si
discute della legittimità del famigerato Decreto Bondi
del 30 dicembre 2010] a tale disciplina è auspicabile
che i nostri Giudici risolvano la questione nello stesso
modo.
A seguito della richiamata
decisione della Corte di Giustizia UE, d’altro canto,
eventuali orientamenti difformi nei diversi Paesi
europei, oltre a risultare difficilmente compatibili con
l’Ordinamento europeo, darebbero luogo a preoccupanti
fenomeni di frammentazione del mercato unico in aree
particolarmente rilevanti sotto il profilo economico
ovvero quelle connesse all’industria dei prodotti e
servizi IT e TLC.
Non resta che sperare che al TAR
conoscano il francese e condividano la posizione dei
colleghi d’oltralpe.
Pubblicato da Guido Scorza |