Iscrizione volontaria al Catasto
entro il 30 aprile, poi via ai controlli per accertare
chi non ha regolarizzato
Rimangono ormai pochi giorni per
iscrivere spontaneamente al Catasto i fabbricati non
denunciati e comunicare gli interventi che hanno
modificato gli appartamenti o ne hanno cambiato la
destinazione. “Hai tempo fino al 30 aprile” – avverte un
simpatico spot televisivo – “e risparmierai su oneri e
sanzioni ed eviterai l’accertamento dell’Agenzia del
Territorio”. Il decreto “milleproroghe” ha, infatti,
rinviato di un mese la scadenza che la legge di
stabilità 2011 (legge 122/2010) aveva fissato per il 31
marzo.
Non regolarizzare costa
Da maggio, invece, interverrà
d’ufficio l’Agenzia del Territorio, che toglierà il
lenzuolo agli “immobili fantasma” e attribuirà loro, in
via transitoria, una rendita presunta. In questo caso i
costi dell’operazione, che comprende ad esempio la
necessità di adempiere rilevamenti tecnici, saranno
completamente a carico di chi ha mancato anche l’ultima
chance per l’iscrizione volontaria e andranno ad
aggiungersi a tasse, interessi e sanzioni per la mancata
denuncia.
Attenzione, nel mirino anche
balconi trasformati in verande, sottotetti che diventano
stanze da letto, soppalchi, la realizzazione del secondo
bagno, l’abbattimento di un tramezzo o lo spostamento
della cucina, tutti quegli interventi, insomma, che
hanno cambiato la pianta originaria dell’appartamento.
Gli arretrati, compresi quelli
relativi a Ici e Irpef, decorreranno dal 1° gennaio
2007, a meno che non si riesca a dimostrare che la casa
è stata costruita in un periodo successivo.
Occorre, inoltre, provvedere alla
regolarizzazione urbanistico-edilizia. I Comuni, dopo
aver ricevuto, per via telematica, copia della denuncia
o dell’accertamento catastale, dovranno, infatti,
verificare la conformità della struttura al piano
urbanistico della città.
Cronistoria delle case fantasma
Il 30 aprile è, contemporaneamente,
il punto di arrivo e di partenza di un’operazione che ha
preso il via nel 2007, con l’inizio dell’attività di
individuazione degli immobili non dichiarati al Catasto,
come indicato dall’articolo 2, comma 36, del Dl
262/2006. Campagna che si perfeziona con l’attivazione
dell’Anagrafe immobiliare integrata, costituita e
gestita dall’Agenzia del Territorio, grazie alla quale è
diventata più stretta e fluida la collaborazione con i
Comuni per contrastare l’evasione fiscale relativa agli
immobili. Si tratta, infatti, di una banca dati che
consente “piena accessibilità ed interoperabilità” tra
archivi, assicurando dati catastali aggiornati e
affidabili.
Tornando alla caccia agli immobili
fantasma, telerilevamenti, foto aeree, sopralluoghi,
sovrapposizione delle ortofoto digitali e informazioni
Agea hanno fatto emergere circa due milioni di edifici
inesistenti per il Territorio o di costruzioni che hanno
perso le caratteristiche necessarie per il
riconoscimento del requisito di ruralità ai fini
fiscali.
Gli “inadempienti” sono stati messi
sull’avviso attraverso appositi comunicati, pubblicati
anche in Gazzetta Ufficiale, che riportavano l’elenco
dei Comuni in cui era stata accertata la presenza di
particelle non registrate. Nelle stesse note il
Territorio precisava che le liste di tali particelle e
della data, dove accertabile, dell’eventuale mancata
iscrizione, sarebbero state consultabili, per sessanta
giorni, presso ciascun Comune interessato, presso le
sedi dei competenti uffici provinciali del Territorio e
sul sito internet della stessa Agenzia.
In molti hanno risposto
all’appello, ma le “mappe” reali non sono ancora del
tutto sovrapponibili a quelle con gli immobili già
accatastati.
A braccetto con i geometri
E, da maggio, al via il secondo
step dell’operazione iniziata quattro anni fa: controlli
a tappeto per individuare gli “irriducibili”.
A questo punto, gli ispettori del
Territorio potranno contare anche sul valido aiuto dei
geometri. Agenzia e Consiglio nazionale geometri e
geometri laureati hanno, infatti, firmato, il 13 aprile,
un’intesa che vuole i professionisti a fianco dei
dipendenti del Territorio per l’attribuzione della
rendita catastale alle “case fantasma”.
Anche loro all’opera, quindi, e
gratuitamente, con foto e sopralluoghi per stimare il
valore degli immobili ancora nascosti a fisco e Comuni.
Ricevuto il software con le particelle da aggiornare,
avranno sessanta giorni di tempo per compilare la scheda
tecnica e inviare una proposta di rendita al Territorio.
Terminata questa fase, dati alla
mano, il Catasto avrà tutte le carte necessarie per
chiedere il conto, dimostrando che l’immobile esiste,
che non è un fantasma e va accatastato.
Ma, attenzione, tutto ciò potrà
essere evitato se la registrazione avverrà entro il
prossimo 30 aprile.
Maggiori chiarimenti sul sito
dell’Agenzia del Territorio oppure chiamando il numero
verde 800 863 119.
Anna Maria Badiali |