MA SE POI NON PAGANO....

Come ho già riferito in una precedente comunicazione, il comma 821 della legge 28 dicembre 2015 n.208 (legge di stabilità 2016) ha finalmente riconosciuto ai liberi professionisti la possibilità di accedere ai finanziamenti messi a disposizione dal Fondo Sociale Europeo (FSE) e dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), cosi superando la precedente ingiustificata discriminazione rispetto alle piccole e medie imprese, che invece ne fruivano.

E' stata una battaglia, portata avanti con grande determinazione dalla Cassa Forense, che, con la presidenza di Nunzio Luciano e con il rinnovato Comitato dei Delegati, sta svolgendo un'azione di welfare attivo finalizzata a sostenere gli Avvocati, che stanno vivendo una situazione drammatica dal punto di vista reddituale, specialmente i più giovani (ma non solo) e coloro che esercitano la professione in alcune regioni italiane, economicamente deboli.

In conseguenza dell'entrata in vigore della richiamata normativa, è stato presentato il 21 aprile 2015 dalla Commissione Europea il Piano per i Professionisti, che prevede l’investimento, nell'ambito della programmazione per il periodo 2014/2020, di oltre 100 miliardi di euro per il sostegno ai liberi professionisti in vari settori dell’attività, ad esempio accesso al credito, formazione, cassa integrazione dei dipendenti degli studi etc.

Prossimamente dovrebbero essere pubblicati bandi da alcune regioni italiane per accedere ai fondi stanziati dall' Unione Europea, e tra queste la regione Lazio. Senza dubbio una notizia positiva, confidando, però, che non si verifichi in futuro quanto pubblicato il 27 aprile 2016 sul quotidiano Italia Oggi.

Secondo quanto affermato dalla Cia di Mestre sembrerebbe, infatti, che non sarebbero stati pagati dalle istituzioni italiane ben 9,6 miliardi di fondi europei, stanziati nella programmazione 2007/2013, con il rischio che tali fondi vadano persi. Anche la Regione Lazio, tramite Lazio Innova non avrebbe ancora pagato una parte cospicua dei fondi della suindicata programmazione, tanto che ora si prospetterebbero ulteriori differimenti per i pagamenti alle imprese, fino al prossimo novembre.

Che dire, in un momento di così grave emergenza, ritardi di tal genere non hanno alcuna giustificazione e contribuiscono ad accentuare lo stato di difficoltà degli operatori economici.

Non vorremmo che nel prossimo futuro e nell'ambito della nuova programmazione si ripetesse la stessa storia per i liberi professionisti. A cosa serve prevedere erogazioni in danaro a sostegno di una categoria, se poi non si paga nei tempi dovuti?

Sarà necessario, quindi, che i nostri organismi istituzionali prestino adeguata attenzione per evitare tali ingiustificabili inadempienze, trovandoci ormai in una condizione emergenziale che non consente più agli Avvocati di tollerare condotte superficiali e negligenti.

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PAOLO NESTA