Il pagamento dei contributi previdenziali e la difficoltà, se non l’impossibilità, per molti Colleghi di far fronte a tale onere economico, è sempre più oggetto di discussione e determina proteste, malumori, incomprensioni e, talvolta, strumentalizzazioni.

In questa situazione è necessario agire con serietà e concretezza per alleviare le condizioni di obiettivo disagio di molti Colleghi.

Le due iniziative,  che noi di “ Voltiamo Pagina”, abbiamo intrapreso proprio questa settimana, riguardano migliaia e migliaia di Colleghi, ai quali devono essere fornite adeguate risposte, se si vuole svolgere attività politica “ seria”.

La prima iniziativa consiste nella richiesta alla Cassa di Previdenza Forense di consentire agli Avvocati, percettori di un reddito annuo inferiore a 25.000,00 e a prescindere dall’età, di corrispondere i  contributi minimi previdenziali nella misura della metà, con il riconoscimento di un periodo di contribuzione di 6 mesi in luogo dell’intera annualità ai fini pensionistici e salva la possibilità d’integrare successivamente il versamento del contributo, così da ottenere il riconoscimento dell’intera annualità di contribuzione.

In tal modo si andrà ad alleviare adeguatamente l’attuale situazione di disagio economico di decine di migliaia di Colleghi, che attualmente sono costretti a sopportare la decurtazione del loro modesto reddito annuale, in misura percentuale considerevole, soltanto per il pagamento dei contributi previdenziali.

L’altra iniziativa, invece, mira ad ottenere l’abrogazione dell’art. 21 comma 8, della L. 31.12.2012 n. 247

( Legge Professionale), che prevede la contestuale iscrizione alla Cassa degli iscritti agli Albi Forensi.

Tale norma appare di dubbia costituzionalità, tenuto conto che l’art. 33 della Costituzione prescrive l’esame di Stato per l’abilitazione all’esercizio dell’attività professionale senza prevedere preclusioni, riconducibili al reddito percepito.

Di fatto, quindi, l’art. 21 della richiamata legge opera una ingiustificata selezione, basata sulla capacità economica e reddituale, così penalizzando gli Avvocati economicamente più deboli e soprattutto i giovani, che, specialmente in questo momento di grave crisi economica, hanno estrema difficoltà a trarre reddito. Tutto ciò è ingiustamente penalizzante e bisogna porvi rimedio.

Noi ci stiamo attivando in tal senso e già ora una gran moltitudine  di Colleghi sta condividendo le nostre iniziative.

Paolo Nesta